La Rolleiflex
Grandangolare
Della
grandangolo classica ho già parlato, nel paragrafo relativo alla
nuova grandangolo,
ma l'argomento era stato trattato in relazione a
quello che avevo letto, senza alcuna esperienza diretta.
Quando ormai
pensavo che la KW sarebbe rimasta un sogno irraggiungibile sono
riuscito a mettere le mani su un esemplare in buone condizioni,
sprovvisto purtroppo di tappo copri ottica e munito invece di una
borsa molto ben conservata.
Verosimilmente
la mia ultima conquista è stata usata da un professionista il
quale lasciava la borsa a casa per facilitare le operazioni di
cambio pellicola e di poi acquisita da un collezionista il quale
l'ha conservata con cura.
L'apparecchio
ha il numero di matricola
24915xx;
l'obbiettivo Distagon 55/4 il n. 3506xxx.
Ma poi l'appetito è venuto
mangiando e così ho avuto da un amico del Rollei Club altra
Weitwinkel, matr. 24901xx, obbiettivo 3261xxx con il copriottica
originale. Ed ho anche trovato su Ebay un copriottica satinato, non
indico l'indirizzo perchè l'articolo è esaurito, in pratica
identico all'originale, utilizzabile anche per la nuova
grandangolo in sostituzione del discutibile padellone in lega
leggera (che sembra plastica).
Come è noto la grandangolo e la
tele sono state realizzate sulla base corpo della 2,8 E2 e ne hanno le caratteristiche fondamentali, per vero gradevoli.
E' singolare la circostanza che
la grandangolo, nata nell'anno 1961, quando già era in
produzione da un anno la 2,8 F, non abbia avuto il corpo più moderno.
Probabilmente è apparsa come
soluzione migliore quella di intervenire su di un corpo macchina
che già si era dimostrato idoneo a consentire la costruzione della
tele.
E forse la 2,8 E2 aveva alcune
caratteristiche piacevoli, sicuramente gradite ai professionisti
per i quali la grandangolo è stata pensata.
Così l'accoppiamento tempi -
diaframmi, che può essere disinserito, anzitutto obbliga a pensare,
poiché non è sufficiente far coincidere due indici come sulla F,
ma consente di variare con molta rapidità tempi o diaframmi,
con la tranquillità che l'altra regolazione verrà automaticamente
variata.
E l'esposimetro a due scale di
misurazione, con l'uso di apposito interruttore che commuta la lettura dalle luci intense
a quelle più
attenuante rende di fatto più agevole la lettura della regolazione
esatta poiché in pratica raddoppia la corsa dell'ago di
misurazione.
Ma tutto questo lo sapevo già
prima di mettere le mani su un esemplare che, in base al
numero di matricola, si pone poco oltre la metà della produzione
totale, limitata a 3.906 pezzi.
La sensazione che ho provato
quando ho potuto studiare con calma questa rarità,
finalmente divenuta mia, è stata quasi di stupore.
Osserva Derqui nel suo libro Le
biottiche moderne che la 2,8 impressiona per la linea del suo
frontale maestoso, quasi interamente occupato dai due obbiettivi.
Ma la grandangolo è
addirittura entusiasmante per la perfetta armonia delle sue parti,
malgrado le ottiche siano ancora più grandi.
Anche la moderna FW ha una linea
suggestiva e magari la pelle lavorata a lucertola, di un bel
marrone scuro è ancor più preziosa, ma questa, col suo
rivestimento nero e le rotelle di regolazione sulle quali spiccano
la scala dei valori di luminosità e il congegno di blocco, dà l'idea di una perfezione inimitabile.
Riferisce Angelo Derqui a pag.
123 del suo libro Le Biottiche moderne, che pur di smaltire le
giacenze delle grandangolo l'importatore ebbe a lanciare una
campagna promozionale.
Pur se il mercato ha delle regole
che spesso nulla hanno a che fare con l'effettivo valore dei
prodotti, riesce incomprensibile, a chi oggi guarda da vicino
questo capolavoro, lo scarso successo che esso ha avuto al momento
della sua commercializzazione.
Invero l'apparecchio offre possibilità operative
del massimo rilievo. La messa a fuoco va da 60 cm. all'infinito,
quasi come una normale Rollei che monta una coppia di lenti
Rolleinar, con possibilità di messa a fuoco da 100 a 45 cm.
L'angolo di ripresa è di 71 °, praticamente un 31 mm per il
formato 35 mm, offre quindi ampie opportunità per chi opera
in ambienti ristretti o comunque in condizioni che non consentono
di allontanarsi dal soggetto ma non crea eccessivi problemi di
deformazione prospettica. L'elevata qualità dell'ottica consente
di ingrandire particolari ben oltre il formato 50 x 50.
La massima apertura è limitata a
4, in pratica solo uno stop in meno rispetto alla classica 2,8, ma
una focale più corta consente di operare con tempi di posa più
lunghi.
Per dirla in breve, a parte il
peso maggiore di 120 grammi per il solo corpo, un paio di etti
abbondanti con la borsa dal frontale assai più consistente,
l'ingombro in lunghezza maggiore di cm. 2.5 e la differenza di
prezzo, allora non indifferente, come ho detto altrove, ora
divenuta notevole, una classica grandangolare poteva,
e ancora può essere usata come apparecchio universale.
Considerazioni del genere devono
aver indotto la Rollei Fototechnic GmbH a tentare l'avventura e
così è nata una nuova
grandangolo.
Come ho già scritto
altrove, nel passaggio
dal vecchio al nuovo qualcosa si è
perso e qualcosa si è
acquistato.
Ma torniamo alla "classica".
Attendo di verificare i primi
risultati, anche se la lunga consuetudine con le Rollei mi ha
insegnato che la resa è sempre tale da non consentire di apprezzare le
differenze, almeno ad occhio.
Penso che dalla qualità degli
scatti non si riesca a distinguere tra vecchia e nuova
grandangolo,
ma sono contento di averle
entrambe.
Alla prima uscita ho apprezzato
la praticità dei comandi e la facilità di comporre il quadro pur
con un angolo di ripresa alquanto più ampi di quello abituale.
Il mirino a traguardo, con la
lente che amplia il campo visivo di quanto occorre per essere alla
pari con l'ottica, è molto limpido e di manovra intuitiva: occorre
alzare la lente d'ingrandimento e quindi sollevare l'antina che
copre la lente.
La mascherina anteriore è sempre
aperta e perciò non vi è la possibilità, cui ci avevano abituato
le rollei classiche, di verificare la messa a fuoco, per di più
con un ingrandimento maggiore e quindi con migliori possibilità di
controllo, mentre si fa uso del mirino a traguardo. Tale
possibilità è invece mantenuta nella telerolleiflex, che pure
deriva dallo stesso corpo macchina.
Un'ultima osservazione la dedico
alle
borse: pur se i tre corpi dedicati alla 2,8 F, alla
grandangolo ed alla tele classiche sono leggermente diversi, in
pratica risultano intercambiabili e l'unica differenza è data dal
frontale e questo vale anche per le rollei in produzione.
Ma il frontale delle due "classiche" è
assai prominente e in pratica una 2,8 vi scompare. La nuova
grandangolo è un poco più contenuta e la sua borsa nera ospita
anche una 2,8 FX senza risultare eccessiva.
OoOoOoO
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