Maso Doss
Vi domanderete, e me lo sono chiesto prima di voi,
cosa può accomunare una Rollei e un fienile di montagna,
trasformato in dependance di un moderno albergo con l’evidente
proposito di divenire, come di fatto è divenuto, fattore di
prestigio per l’intera struttura e non soluzione di ripiego.
Indubbiamente una Rollei può offrire immagini valide del
complesso, ma questa non può essere la risposta poiché la
biottica
potrebbe riprendere, e magari far apparire più gradevoli di
quanto effettivamente risultino, certi edifici condominiali ove
si trovano appartamenti da vacanza; d’altro canto il fienile
potrebbe essere ugualmente ripreso con un qualsiasi apparecchio
fotografico, adeguatamente utilizzato.
Ci sono capitato non per caso ma al termine di una giornata
dedicata ad altre mete, seguendo le indicazioni tratte dal sito
Web (Masodoss.com, mi limito a indicare l’indirizzo, senza
inserirlo fra i miei links poiché esso, almeno per ora, non è
corredato da immagini che vadano oltre finalità descrittive), da
me consultato durante la preparazione di un piano ferie; ho
scattato qualche foto; sono tornato il giorno dopo, in ora meno
tarda, portando altresì il Mutar che si è ancora una volta
rivelato all’altezza del compito.
Ho così trovato una risposta al mio iniziale quesito: la
Rollei e il vecchio fienile hanno entrambi il gusto delle cose
migliori del tempo andato, suscettibili di essere ancora oggi
usate in modo proficuo, con arricchimento dello spirito e con
esiti apprezzabili.
La strada per raggiungere Maso Doss è chiaramente indicata
nel sito, ma non avrei mai immaginato che a circa sei chilometri
di strada carrozzabile dal centro di Madonna, forse meno di
quattro in linea d’aria, mi sarei trovato in un altro pianeta.
La vecchia costruzione ha mantenuto le sue dimensioni
originarie: sorge sulla pendice del monte e dal lato di accesso
ha lo scarso sviluppo in altezza che vedete nella foto. Dal lato
opposto l’altezza è maggiore per la presenza delle vecchie
cantine, trasformate in locali abitabili (e questo spiega come
sono state realizzate sei camere con servizi).
Ma restiamo al colpo d’occhio: chi arriva vede anzitutto la
costruzione; l’affaccio
all’angolo destro della stessa consente di vedere sullo
sfondo l’altro lato
della valle; sul lato sinistro una
staccionata che si
inquadra perfettamente nell’ambiente, non so se per vetustà
autentica o ben imitata nel materiale, fa da primo piano per gli
alberi secolari e per le montagne che chiudono la vista; sul
lato destro una
fioriera
ricavata da un tronco delimita un’area da riposo, chiusa da una
siepe e da una
staccionata che consente l’affaccio su un ampio prato contornato
dalla foresta.
La
zona parcheggio ovviamente c’è (anch’io sono arrivato in
macchina), ma è defilata e non disturba la vista da tre lati; il
quarto è chiuso dalla vegetazione che riveste la montagna.
L’effetto è quello di ritrovare una dimensione perduta e vivere in un’atmosfera di distacco e disimpegno.
Le
immagini che potete vedere aprendo i vari collegamenti
ipertestuali mi fanno ritrovare quello stato d’animo. Spero che
esse dicano qualcosa anche a voi. Altrimenti .. .. andate a
vedere di persona.
Il Campiglio
Val Algone
Val
Brenta
Vallesinella - Cascata alta
OoOoOoO
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