Impressioni in digitale

Per un operatore tradizionalista, abituato ad usare la Rollei come uno strumento che impone anzitutto di pensare molto e scattare poco, l’impatto con una digitale che fa tutto da sola e consente di scattare decine di immagini a costo marginale   che tende allo zero induce a atteggiamenti contraddittori.

La prima reazione è di sufficienza, quasi di compatimento: questo è un arnese che serve a chi non vuole apprendere nulla sulla fotografia e scatta pensando che dal grande numero uscirà qualcosa di buono. Potrà così portare a casa una percentuale elevata di immagini correttamente esposte. Può darsi che un risultato comunque decente valga a reclutare un nuovo appassionato. Può darsi che tutto si esaurisca nell’ambito di una gita domenicale. Insomma non è neppure roba da principianti poiché costoro devono anzitutto imparare, magari sbagliando, come si faceva una volta.

Segue una concessione: anche il professionista spesso deve scattare in condizioni che non danno spazio per pensare  e quindi può affidarsi occasionalmente all’automatismo. La sua lunga esperienza gli servirà a comporre una valida immagine. Il piccolo schermo sarà pur sempre un supporto minimo per la sua capacità di previsualizzare l’immagine. E  se la pronta disponibilità di un’immagine quanto meno decente, che può essere inviata all’altro capo del mondo grazie alla rete Internet consente di fare a meno del laboratorio e di battere sul tempo i concorrenti non vi è ragione per rinunciare ad uno strumento invero poco costoso e facile ad utilizzare.

E per gradi anche un rolleista della prima classe secondo Ghedina, uno che lavora solo per avere immagini che lo appagano, fa un esame di coscienza e ricorda a se stesso che forse una foto su 500 viene ingrandita al formato 50 x 50 ed esposta, sia pure a turno con le altre, poiché la stanza disponibile non è l’atrio della Stazione Termini (per non parlare della spesa non trascurabile); forse una foto su 50 viene ingrandita al 20 x 20 e messa in un album. Per il resto la visualizzazione è limitata al provino, eventualmente digitalizzato e visto sul monitor e anche le diapositive di rado vengono proiettate su grande schermo.  Insomma buona parte del godimento che si trae dalle proprie immagini avviene a mezzo del PC, utilizzato come proiettore individuale. A questo punto diviene inevitabile una concessione: è vero che solo la Rollei  (o uno strumento di egual livello) consente di realizzare quelle immagini che si guardano con soddisfazione a distanza di anni, ma anche il piacere di vedere subito sul piccolo schermo qualcosa che appaga non va trascurato: basta dedicare un taschino del gilet a quel minuscolo congegno che può essere alternato alla macchina vera, quando questa ha esaurito la razione di pellicola o quando sembra di avere sfruttato abbastanza il soggetto nei suoi aspetti migliori.

E così alla prima compatta se ne affianca un’altra dalle caratteristiche base migliori, utilizzata per le foto ai nipotini ma anche per qualche replica di motivi già utilizzati, magari in altra stagione,  come potete vedere frugando nella galleria. Quasi per ridicolizzare un congegno col quale non è possibile decidere tempi e diaframmi, viene scattata qualche foto dal treno in corsa, con esito tutto sommato non vergognoso.

Questo ad oggi.

…. E poi?

Il futuro di solito supera l’immaginazione.

Altair, grazie agli anni vissuti fino ad ora, ha visto l’evoluzione della fotografia per oltre mezzo secolo e ben sa che la propria esperienza futura è confinata in un ambito temporale ben più limitato.

Sicuramente alcuni fra gli attuali limiti della fotografia digitale saranno presto superati. Le compatte di fascia media avranno caratteristiche ora riservate ad apparecchi professionali dal costo astronomico. I tempi tra uno scatto e l’altro diverranno simili a quelli ora consentiti da una reflex con motore, sarà agevole rinunciare all’autofocus, scegliere tempi e diaframmi, selezionare la sensibilità, in una parola operare nel modo tradizionale ma con una marcia in più; la riserva di energia non sarà più un problema poiché i consumi verranno ridotti e la capacità degli accumulatori incrementata; i computer saranno normalmente dotati di lettore di schede; i costi di stampa diminuiranno e la qualità diverrà migliore.

A questo punto il vantaggio della fotografia 35 mm sarà inavvertibile o forse si trasformerà in handicap e il mercato farà le sue scelte.

Ma il grande e il medio formato avranno pur sempre un punto di forza nella qualità dell’immagine, se non altro perché quand’anche la tecnologia consenta di ottenere da un dorso digitale risultati paragonabili a quelli offerti da un fotogramma 6 x 6, il costo farà pur sempre la differenza.

E così Altair avanza oggi una previsione di lunga vita della biottica,  la cui esattezza altri potranno in futuro verificare.

OoOoOoO

 

 

Antefatto

Come, quando, perché Rollei

Diavolo di un Mutar

Elogio della Rolleicord

La Rollei che vorrei

Una bella coppia

Quale Rollei (e quante)

Rollei un mito che è ancora realtà

Il mercato delle vecchie rollei

La rollei e il flash

Dove trovo la mia (o le mie) Rollei