Five Hundred
ovvero
La favola più corta
Scriveva Trilussa
Pe' conto
mio la favola più corta
è quella che se chiama Gioventù:
perché... c'era una vorta...
e adesso non c'è più.
E la più lunga? E' quella de la Vita:
la sento raccontà da che sto ar monno,
e un giorno, forse, cascherò dar sonno
prima che sia finita...
I vecchi hanno la brutta
abitudine di lasciarsi vincere dal timore e così
rinunciano a qualche soddisfazione ancora a loro portata; non sempre
Altair riesce a
sottrarsi a questo malvezzo.
Ma la riscoperta della
macchina a due ruote gli ha consentito di ritrovare in parte gli
entusiasmi della gioventù.
Il passaggio dalla
Vespa Indiana a quella
modernissima prodotta a Pontedera ha fratto apprezzare i vantaggi del variatore; rimaneva però il desiderio
di ritrovare la moto classica, col cambio di velocità a pedale,
il serbatoio da stringere fra le ginocchia a formare corpo unico
con la moto, ma anche il timore di incontrare qualche difficoltà
a padroneggiare il mezzo.
Così Altair ha accantonato
il proposito di acquistare la Yamaha SR 400 ed ha intanto
affiancato alla
Vespa 300 la più domestica
YBR 125.
Niente da dire: bella motoleggera,
buona tenuta di strada, consumo modestissimo, notevole elasticità
del motore, in pratica la terza consente di riprendere da 20 kmh
o poco più, accelerazione, ripresa in quinta e velocità quanto
si può pretendere da una 125.
Però ... Altair desiderava
prestazioni non inferiori rispetto alla Vespa 300. E così l'idea
di sostituire questa moto che gli ha fatto provare l'ebbrezza
dei tradizionali comandi e del cambio a più rapporti e senza
automatismo, con la SR 400 riaffiorava ogni tanto, sempre
soffocata dal timore di incontrare difficoltà nell'avviamento a
pedale, possibile solo a cavalcioni del mezzo.
Se fosse offerta una
variante con avviamento elettrico abbinato a quello a pedale
.... rimuginava Altair; ... se fosse più vicino il concessionario
della Royal Enfield ....
Finalmente la navigazione su Internet
ha consentito una scoperta: i cugini francesi commercializzano anche
in Italia, con la denominazione di Mash Five Hundred, una 400
che offre l'avviamento elettrico in abbinamento a quello a
pedale.
Le caratteristiche fanno rivivere gli anni della gioventù: motore
monocilindrico con raffreddamento ad aria, sospensione
posteriore con il classico forcellone oscillante e due corpi
elastici, potenza adeguata ai quarti anta, velocità
non dichiarata ma certo sufficiente per viaggiare in autostrada
tenendo a bada i camion con rimorchio, da ultimo ma di importanza
non trascurabile, concessionario facilmente
raggiungibile.
Una rapida occhiata alla
nuova moto, qualche richiesta di chiarimenti, una rapida
trattativa per la permuta della
YBR 125 (la scarsa elasticità
delle Assicurazioni ha impedito di tenerla nella casa di montagna e
usarla in alternativa trasferendo la copertura), le
raccomandazioni di rito da parte del venditore e quindi un breve
percorso iniziale. Una speciale segnalazione viene data circa la
particolarità dell'interruttore di sicurezza che impedisce
l'avviamento del motore a stampella abbassata anche se il cambio
è in folle, non solamente quando è inserita una marcia. Si
tratta di una scelta del costruttore, normalmente accettabile,
tranne il caso che si debba avviare il motore con l'apposito
pedale, nel qual caso il sostegno della stampella dà maggior
tranquillità.
Ecco la
nuova moto nel
piazzale antistante il garage, già corredata degli accessori di
cui si dirà più avanti.
L'ispirazione al passato con tecnica
moderna è palese e l'effetto decisamente gradevole.
Bella e pratica la sella dove
conducente e passeggero siedono alla stessa altezza. Altair non
comprende la moda che impone al passeggero di salire su una
specie di trespolo, di esporre il viso al vento di corsa e
così alzare il baricentro del complesso moto - occupanti.
Belle le
ruote a raggi
anche se lo scotto da pagare è
l'impiego di pneumatici con camera d'aria. Sulla ruota inferiore
il freno è ovviamente
a disco mentre sulla
ruota posteriore fa bella mostra di sé un
freno a tamburo
centrale, di
rispettabili dimensioni.
Bello il poderoso
cilindro alettato, con
due tubi di scarico, uno per ciascuna valvola.
Suggestivo il
rumore dello scarico che, grazie ai due tubi collegati alle due
valvole, risulta simile ad un bicilindrico a V piuttosto
che al tef tef di un monocilindrico di grossa cilindrata. Poco
visibile (non si tentano immagini fotografiche che
risulterebbero poco utili) ma sempre a portata dell'indice mano
sinistra un manettino che consente il lampeggio di avviso i
veicoli che sopraggiungono in direzione contraria, utilissimo
dato il frequente malvezzo di effettuare sorpassi senza
tener conto dei motocicli regolarmente in tranquillo transito nella propria
mezzeria.
Belle le
guance in plastica ai
lati del serbatoio.
Utili per limitare l'ingombro al
parcheggio e nel box ed anche per evitare qualche imbarcata in
caso di pieghe eccessive, il
pedale destro
che può essere
ripiegato all'interno
e quello sinistro con identica
possibilità.
Non si comprendono le ragioni per
cui il pratico riparo che evita indesiderati contatti della
caviglia con il motore, presente al lato sinistro, non è
stato adottato anche per il lato destro. Il carter destro è
abbastanza caldo e si deve prestare attenzione a non
avvicinarvisi troppo.
Belle ancora le cromature dei
parafanghi e del copri catena, rigorosamente in lamiera, e di
numerosi particolari come il faro, gli indicatori di direzione,
la strumentazione ed altro. Ci si augura che l'aria di mare non
provochi fenomeni di ossidazione e non faccia rimpiangere gli
accessori in plastica ma intanto l'occhio è rallegrato dalla
vista di quei particolari.
La carta di circolazione consente
l'impiego di due pneumatici in alternativa
questi ultimi montati sul mezzo
in esame. La differenza fra le due opzioni può esser
calcolata con la formula
C=(d +
2*l*s/100) *
p
con questi risultati:
circonferenza pneumatico
anteriore in uso cm. 2080,5; di quello indicato come prima
opzione nei documenti di circolazione cm. 2024;
vi è quindi una maggior lunghezza, pari a 2,79%;
circonferenza pneumatico
posteriore in uso 2007; di quello indicato come prima opzione
nei documenti di circolazione cm. 1938; vi è
quindi una maggior lunghezza, pari a
3,56%.
Le differenze sono modestissime; in
effetti con l'attuale dotazione il rapporto tra giri del motore e la strada percorsa è
inferiore, nella modesta percentuale sopra indicata; la presa di
movimento del tachimetro totalizzatore è sulla ruota anteriore e
quindi la strada percorsa dovrebbe risultare di poco
inferiore rispetto all'altra gommatura mentre la velocità
indicata dovrebbe apparire anch'essa di poco inferiore.
La verifica col GPS dà per esatto il
rilievo della strada percorsa, di poco inferiore a quella
effettiva la velocità istantanea.
Sono uso pneumatici Kenda il cui
comportamento sembra buono, almeno su terreno asciutto. Altair
se piove lascia la moto in garage e perciò mancherà sempre una
verifica su terreno bagnato. Per la durata ... si vedrà o forse
vedranno i futuri utenti della Mash 400 poiché Altair percorre al più
4.000 km in un anno, ripartiti fra i due mezzi posseduti.
E' noto che i motociclisti hanno in
genere poca fiducia nei produttori di pneumatici extraeuropei
ed è ricorrente il suggerimento per una immediata sostituzione.
Altair ha scelto, come optional a caro prezzo, i pneumatici
Michelin per la
LML; non può quindi pronunciarsi circa le
ricorrenti valutazioni negative che si leggono sul Forum
dedicato riguardo a quelli di serie.
Sulla
Vespa 300 erano montati
alla consegna pneumatici Michelin.
Per
YBR 125 non è stata rilevata la
marca, fra l'altro scarsamente leggibile; i risultati erano però
buoni.
Non possono quindi esser date
valutazioni personali quanto alla fondatezza della vox populi.
Non so se ve ne siete accorti: Altair
ha parlato per diversi paragrafi di pneumatici senza far
ricorso ad articoli o a preposizioni articolate e quindi ha
evitato di prender posizione sulla vexata quaestio se valga la
regola che vuole "lo" e "gli" dinanzi a nomi che cominciano per
gn pn ps o l'uso che, almeno per le coperture dei veicoli a
ruote, ricorre ai più eufonici "il" e "i".
Ha quindi raccolto
autorevoli opinioni al
riguardo.
Chi ha voglia di conoscerle deve solo
cliccare sul link
interno
Dopo la parentesi linguistica si
torna a parlare della moto.
Come si vede già dalla foto
d'insieme, sul serbatoio è stata sistemata la borsa già in opera
sulla
YBR 125. Le calamite di ritegno
riescono ugualmente a far presa più in alto delle guance ma per cautela è
stata dapprima sistemata una fascetta di sicurezza in plastica,
sostituita da calamite aggiuntive, inizialmente destinate a tenere
raggruppate le tende di casa. Tale
borsa
dispone di una tasca trasparente dove trova posto il cipollone
da tasca, ricordo di papà, utilissimo per sopperire alla mancanza
di orologio.
Sul portapacchi è stata sistemata una borsa, pensata
per accessori fotografici, che custodisce alcuni attrezzi, una
bomboletta per gonfiaggio pneumatici e una piccola pompa (con l'augurio di non dover mai utilizzare
mezzi estremi per raggiungere casa dopo una foratura, per la
quale sarebbero di scarso ausilio gli
approfondimenti grammaticali). Sul manubrio è
stato installato
un
navigatore già provato sulla
Vespa 300
e
sulla
YBR 125,
funzionante per alcune ore grazie alla batteria interna
ricaricabile e poi al primo tagliando collegato all'impianto
elettrico della moto.
Ed ora dovrei trattare l'argomento
più importante: come va la nuova moto? Una risposta meglio
documentata verrà fra
qualche tempo.
Causa impegni
vari e maltempo l'ultima creatura è stata usata ben poco e ad oggi il
contachilometri segna poco più di 400.
Con una percorrenza così modesta le
prime impressioni riguardano soprattutto i limiti del conducente
e
la necessità di adeguarsi alle caratteristiche del nuovo mezzo.
Si anticipano i primi rilievi .....
negativi per Altair.
Si registra qualche caso di
spegnimento al
minimo probabilmente dovuti ad un
maldestro uso
dell'acceleratore. Una più
attenta condotta di guida ha migliorato la situazione ma
l'importatore ha disposto l'opportuno richiamo per
l'aggiornamento del software.
Si avverte la mancanza di un
cicalino che segnali il funzionamento dell'intermittenza, come
di serie sulla
LML e installato, a cura del meccanico che cura la
manutenzione, sulla
Vespa 300. La spia è abbastanza visibile ma
occorre fare l'abitudine alla mancanza dell'allarme acustico.
Anche questo problema è stato risolto al
primo tagliando.
Sul manubrio, al lato destro,
si trova
l'interruttore di emergenza
per l'arresto del motore in
caso di blocco dell'acceleratore o di centralina che
non risponda ai comandi. Tale interruttore è indispensabile in
presenza di cambio automatico (e infatti lo si trova sulla
Vespa 300)
meno in presenza di cambio manuale poiché un
conducente appena esperto è capace di tirare la frizione e
togliere il contatto con la chiave.
Quod abundat non vitiat dicevano i
giuristi e tale comando offre una sicurezza in più. Però ...
durante le manovre da fermo per uscire dal box è capitato di azionare inconsapevolmente quell'interruttore, non riuscire ad
avviare il motore e scoprire l'errore solo dopo qualche
tentativo a vuoto:
Anche sulla soglia degli ottanta vi è
molto da imparare!!!
Un rilievo negativo, cui è
estraneo il conducente: il tachimetro balla un poco
fino a 45 kmh circa, poi si stabilizza. E' verosimile che
la corda di trasmissione si assesti con l'uso. l valori indicati,
verificati col GPS, sono quasi
esatti, come accadeva sulla
YBR 125.
Ancora (più che un rilievo è una
constatazione): il contachilometri, su un percorso ad anello, con
salite, discese, tornanti e quant'altro, compiuto abitualmente
per ... razione giornaliera di svago, segna 26 km in luogo dei 28
che segna la Vespa 300 (questa in accordo con la YBR 125). Il GPS, su
altro percorso, ha però confermato le indicazioni della Mash 400.
La
posizione di guida è
naturale e comoda;
ovviamente in caso di uscita le
ciabatte vengono sostituite con scarpe leggere e il calzoni corti
con altri che proteggono la gamba. La sella è comoda, le pedane
a distanza adeguata alla statura media, il manubrio ad altezza
opportuna. E' possibile regolare la posizione di manubrio ma Altair (1,73 alla visita di leva) si trova bene col
mezzo così come gli è stato consegnato.
La tenuta di strada è buona e mette
subito conducente a proprio agio. Il cambio è sicuro negli
innesti, la posizione di folle si trova con facilità dalla
seconda, un po' meno dalla prima. Il motore
spinge bene ed è elastico quanto occorre; in pratica la prima
serve solo per le partenze da fermo, seconda e terza si prestano
per le velocità che si tengono nell'uso cittadino. Intorno
ai 4000 giri compare qualche vibrazione sui pedali, non
eccessiva e soprattutto non molto più intensa con l'aumento del regime
di rotazione. La situazione è molto migliorata col montaggio di
due stabilizzatori sul manubrio.
Gli specchi retrovisori sono
luminosi ed ampi quanto occorre per una guida tranquilla.
La frenata è sicura con l'uso
contemporaneo dei due freni. Il posteriore a tamburo se la cava
molto bene, anche da solo per rallentamenti e per fermate per
l'arresto di code semaforiche.
Poco si può dire per ora quanto a consumo e velocità.
Quanto al consumo, è stato fatto un
pieno e azzerato il contachilometri parziale; quando esso
indicava un percorso di 286,5 km è fatto nuovamente il
pieno presso la stessa pompa con litri 11,47 di carburante.
Stavolta il benzinaio ha calcato un poco per arrivare a cifra
tonda; il consumo effettivo dovrebbe essere di circa 25 km
litro, n on male tenuto conto del percorso in mezzo al traffico
della stagione balneare, con due sole brevi puntate su
autostrada di 11 km ciascuna.
Quanto alla velocità, a parte le esigenze
del rodaggio, nelle strade abitualmente percorse gli
autovelox sono frequenti e feroci; due brevi percorsi
autostradali hanno
consentito di verificare che a mezzo gas, intorno ai 100 orari
misurati con GPS (circa 105 di tachimetro) la moto non dà
segni di oscillazione e le vibrazioni non aumentano. E'
verosimile che i 140 kmh siano, facilmente raggiungibili.
Il seguito dopo il
primo tagliando.
oOoOoO
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