Un
mito rinasce
in India
E in Italia
viene aggiornato
Se la Rollei ha fatto la
storia della fotografia medio formato la Vespa ha fatto la
storia della motorizzazione a due ruote nel periodo in cui
l'autovettura era un sogno per la maggioranza degli italiani e
lo scooter carenato univa una non trascurabile protezione
all'affidabilità meccanica che ne consentiva l'uso
per qualche passeggiata ma soprattutto per andare al lavoro e
fruire di una apprezzabile autonomia di movimento.
Erano i tempi delle strade
semi deserte, quando si poteva viaggiare non oltre 60 kmh ed
ottenere una media superiore a 50 kmh e l'acquisto di una Vespa
rappresentava una promozione sociale, ottenuta con notevoli
sacrifici finanziari.
Poi nel giro di qualche
decennio abbiamo assistito ad uno sviluppo travolgente, l'auto è
entrata nella disponibilità di coloro che disponevano di un
reddito anche modesto, la moto si è evoluta nel senso
dell'incremento delle prestazioni, fino a divenire un oggetto
destinato a soddisfare il desiderio di emozioni piuttosto che la
mobilità.
Lo scooter è rimasto come
mezzo per il trasporto urbano, il suo impiego è divenuto da un
lato più agevole grazie all'introduzione di variatori
continui di velocità e di coppia che consentono di fare a meno
dei comandi di cambio e frizione, dall'altro meno gradevole per
la tendenza ad aumentare cilindrata, potenza e prestazioni in
genere, con la contropartita di un aumento notevole di peso ed ingombro.
E poi sono arrivate le
restrizioni all'inquinamento, rese indispensabili dal
grandissimo numero di mezzi in circolazione, che hanno escluso la
possibilità di proseguire la costruzione del vecchio motore a
due tempi alimentato con miscela al 5 - 6%.
Qualche risultato si è avuto
con la lubrificazione separata ad olio perduto e altri
accorgimenti di dettaglio e in effetti la Piaggio ha ancora in
catalogo una PX
150 a due tempi con lubrificazione separata che rispetta le
norme euro 3, ma nel listino della casa madre
troviamo soprattutto super scooter a 4 tempi, con cambio automatico,
ragguardevoli dimensioni, cilindrate non modeste e ... pesi
adeguati.
La catena di montaggio
dei vecchi modelli è stata da tempo ceduta a produttori operanti in
India. E, dopo un periodo iniziale di produzione di veicoli
identici a quelli già prodotti in Italia, è stato un naturale sviluppo produttivo mantenere il fascino della Vespa con quattro marce, ruota di scorta, peso e ingombro modesti e
modernizzare il complesso ora dotato di freno a disco alla ruota
anteriore, motore a quattro tempi, avviamento elettrico, ampia
scelta di cilindrate, dalla classica 125 alla 200 con il
fatidico valore intermedio di 151 cc che consente un più favorevole
trattamento assicurativo.
E la "vespa esotica" si è
affermata anche sul mercato italiano, grazie ad una
intelligente politica commerciale che si sviluppa sul web ove il
sito della LML consente di raccogliere ampio materiale e anche
di configurare il proprio modello nella cilindrata prescelta,
nel colore più gradito, con i soli accessori che servono.
E così Altair, che nella sua
giovinezza aveva posseduto sei motocicli (e in età matura e ...
appassita una ventina
di autovetture), si è ritrovato proprietario di una LML 151 color
crema, con motore a quattro tempi, utilizzata per andare a spasso
con l'illusione che gli anni siano passati senza lasciare
traccia, sempre alla ricerca di soggetti interessanti da
fotografare. Ed ora, sulla base
della pregressa esperienza motoristica, fa un peccato di
superbia, arrogandosi il diritto di valutare la nuova creatura a
due ruote sotto il profilo tecnico.
La prima impressione se
guardiamo la
vespa indiana senza
scendere ai dettagli
è che quasi nulla sia
cambiato dagli anni '60 del secolo scorso, quando si installò la
ruota di scorta sotto la carenatura lato sinistro
in posizione che consentiva
una miglior distribuzione dei pesi e rendeva meno
visibile
questo complemento tanto utile quanto ingombrante.
Interessante l'accessorio, ma non è certo
una novità, che sembra una via di mezzo tra
parabrezza e cupolino
utile per offrire
un riparo e deviare insetti al di sopra della testa del
guidatore e assai meno sensibile al vento rispetto ad un
tradizionale parabrezza.
Il gusto di mantenere le
caratteristiche della Vespa d'origine si rende evidente per la
presenza del
pedale di messa in moto
pur se il mezzo è dotato di
una generosa batteria
i
che, fornendo energia al
motorino
garantisce un
facile avviamento.
Altair ha inizialmente
utilizzato in esclusiva l'avviamento elettrico, poi ha
riscoperto quanto sia simpatico l'avviamento col pedale ed ora
se ne serve normalmente, anche se il forte rapporto di
compressione in qualche caso fa capire la ragione per cui le
moto di un tempo erano munite di alzavalvola.
Notate una raffinatezza: sul
lato destro vi è un beccuccio per disperdere i vapori di acido che
si formano durante la carica; un tubicino sostenuto da apposito
supporto, consente di scaricare l'eventuale condensa in sito non
pericoloso per vernici ed altro.
Devo dire che il tubicino è
stato aggiunto poiché in origine non era stato montato,
per dimenticanza o perché non necessario come
sostiene il meccanico che cura l'assistenza in sede.
Ma la vista del
motore
liberato della carenatura rende
evidente che ci troviamo di fronte ad un veicolo
equipaggiato di un motore a quattro tempi;
il libretto di
istruzioni ci informa che vi è un unico albero a
camme in testa, comandato da catena. La scelta è stata imposta
dalla necessità di adeguare il veicolo alle regole in tema di
inquinamento e infatti il mezzo è classificato come Euro
3. Potete constatare dalla foto, scattata in occasione del primo
tagliando, che non vi era traccia di trasudo di olio, mentre
qualche inconveniente vi è stato nel periodo
successivo.
Ma forse più che le
caratteristiche tecniche, fra l'altro facilmente reperibili con
documentazione ampia e chiara nel sito ufficiale
dell'importatore, possono interessare le impressioni di un
vecchio motociclista che, sulla base dei ricordi, può fare un
confronto fra la Vespa 200 con lubrificazione separata degli
anni '80 e la versione rammodernata.
Altair si aspettava di
trovare un motore che desse potenza e coppia motrice ad un regime
abbastanza elevato e immaginava di dover lavorare spesso di
cambio e frizione, come accadeva sui 4 tempi anni '60. Invece
questo moderno 4 tempi, il cui suono al minimo ricorda
quello della Gilera 175, dà buone prestazioni già a regime
medio basso. E' possibile marciare in quarta a poco più di 40
kmh di tachimetro e riprendere senza che il motore dia segni di
fatica. La salita di Monte Marcello, breve ma impegnativa come
sanno i numerosi ciclisti che mettono il piede a terra dopo un
paio di curve, si affronta tranquillamente in terza e solo sui
tornanti è meglio scendere in seconda, soprattutto perché
gli ... anta sconsigliano di piegare troppo e preferiscono
una buona spinta per raddrizzare la moto. A proposito di piega:
la sella lunga consente una comoda posizione arretrata con le
cosce che ne stringono la punta. Il questa condizione è agevole
padroneggiare lo scooter appoggiando il peso sul lato dal quale
si vuol curvare, quasi fosse una moto con serbatoio stretto fra
le ginocchia.
Il mezzo ha percorso poco
più di 600 km, è stato sottoposto alle verifiche di rito come
suggerito dal costruttore e l'olio da rodaggio è stato
sostituito con spesa modesta.
Ovviamente Altair non tira
il collo al motore che non sembra richiedere alti regimi per
passare alla marcia superiore, però un sorpasso in salita di
un'auto che procedeva lentamente è stato compiuto con tutta
facilità in
seconda marcia, facendo salire di giri il motore.
Per verificare la velocità
massima ... c'è tempo.
La frenata è ora più sicura
poiché il freno a disco sulla ruota anteriore consente
decelerazioni decise. Il tamburo sulla ruota posteriore fa
abbastanza bene il proprio dovere; forse un freno a disco
risponderebbe meglio ma il blocco della ruota posteriore
potrebbe avere conseguenze mal controllabili.
Il cambio va benissimo sol
che si abbia l'avvertenza di tenere ben registrato il comando
della frizione; se questa non stacca completamente la
ricerca del folle e l'inserimento della prima possono risultare difficili.
L'accensione sul quadro
di una spia verde segnala che il cambio è in folle.
Altra spia, rossa, segnala che si sta agendo su un freno (anteriore o
posteriore). Non si comprende l'utilità di questa spia per il
freno anteriore che non si può certo azionare inavvertitamente.
Più utile è per il freno posteriore poiché è possibile che
taluno tenga il piede sul tunnel centrale e agisca
inavvertitamente sul pedalino.
Il claxon, azionato da una
batteria a 12 volt è ben più potente del cicalino che
equipaggiava le vespe di una volta ed è a prova di ... vacche
sacre e di ...
pulzelle nostrane che
non sanno fare a meno del telefono.
Ed infine il consumo,
argomento del massimo interesse per coloro che vogliono usare il
mezzo per lavoro.
Il costruttore parla di
percorrenze di 60 km litro a velocità costante di 45 kmh in
quarta marcia, dato questo ovviamente del tutto teorico.
Però nei primi 600
chilometri su percorso misto, con abbondanza di semafori e
salite, Altair ha rilevato un consumo più vicino a 50 km litro
che a 45 ed ha ricordato gli
scooter della sua gioventù che quasi mai superavano i 25 km con
un litro di miscela al 5%. Questo dato si è confermato nella
successiva percorrenza su percorso misto.
Altair confessa di aver
ceduto alla tentazione di personalizzare il sogno
divenuto realtà.
Si dice che qualche vespista
nostalgico abbia applicato alla nuova Star lo stemma della
Vespa, operazione di dubbio gusto e di sicura illegalità.
Ma un segno per richiamare
l'origine italiana, se non del prodotto della sua idea base, e renderlo
così ancor più simpatico
non è parso fuori luogo; è stato infatti acquistato su Ebay un
copriruota in plastica
con i colori della bandiera
italiana. La vespa indiana è ora in qualche modo ...
nazionalizzata con
effetto che riesce gradevole
Conclusioni (vedete però le
nuove considerazioni dopo il primo periodo d'uso)?
Dobbiamo anzitutto essere
contenti che un'idea sorta e sviluppata in Italia abbia ispirato
un progetto nuovo in un Paese emergente.
Dobbiamo apprezzare
l'aggiornamento che aumenta la comodità, la praticità d'uso e
anche l'economicità del vecchio progetto.
E magari possiamo augurarci
che in qualche Stato dell'oriente vi sia un imprenditore capace
di aggiornare alle nuove tecnologie un'altra idea geniale della
vecchia Europa.
Il riferimento alla Rollei
biottica non è davvero casuale.
Personalmente, per non
negare a questa tanto piccola vigilia dei nostri sensi
l'esperienza del nuovo vi parlo ora
dell'ultimo acquisto.
OoOoOoO
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