Come tener conto

del fattore filtro

(o come delegare

il compito

all'apparecchio)

 Quando la maggior parte delle foto veniva scattata su pellicola bn l'uso dei filtri colorati era indispensabile per rendere l'esatta tonalità di grigio dei cieli, evidenziare le nubi, rendere più leggibili i particolari della vegetazione.

Chi impiegava pellicola a colori doveva scegliere l'emulsione in base alla luce diurna o notturna o impiegare filtri di conversione.

La situazione non è mutata di molto per chi usa il bn poiché le emulsioni più moderne continuano a rendere l'azzurro dei cieli in grigio slavato e il verde delle piante in grigio scurissimo, in entrambi i casi con perdita dei particolari.

 Le pellicole per negativo a colori ora in commercio sono molto più tolleranti e la sorgente di illuminazione artificiale più diffusa è flash elettronico che ha una temperatura di colore non lontana da quella della luce diurna. L'uso dei filtri è di regola limitato all'ultravioletto e al polarizzatore.

L'uso del filtro comporta un aumento dell'esposizione (fa eccezione il filtro H1 che attenua i raggi ultravioletti).

Sulle macchine non munite di esposimetro e prive di accoppiamento tempo diaframma l'operatore deve scegliere  un diaframma più largo o aumentare il tempo di esposizione in base al fattore indicato sulla montatura del filtro, rispetto ai valori calcolati ad occhio o con esposimetro esterno.

Sulle macchine con accoppiamento tempo diaframma è sufficiente sottrarre dal valore di luminosità indicato dall'esposimetro interno o esterno lo stesso fattore, rilevato dalla montatura del filtro. Il dato così ottenuto dovrà essere riportato manualmente sull'apparecchio. Così si opera ad esempio sulla Rollei T, sulla 2,8 E, sulle grandangolo e tele classiche.

Nei modelli Rollei più evoluti (e anche in quelli in produzione) l'esposimetro interno è accoppiato ai comandi relativi a tempo e diaframma. L'operatore deve decidere se operare a priorità di tempi o di diaframma, scegliere il valore di partenza e quindi regolare l'altro dato facendo coincidere le lancette dello strumento (oppure provocando l'accensione del led verde.

E il fattore filtro?

Le Rollei 3,5 F e 2,8 F consentono di riportare il numero che si legge nella montatura del filtro sulla circonferenza della ruota che consente la regolazione della sensibilità. Si nota che la correzione, fino a 3 stop, influisce sulla lancetta collegata ai comandi dell'apparecchio e non su quella collegata alla fotocellula. L'eventuale correzione oltre i 3 stop si deve ottenere operando sulla sensibilità della pellicola.

Interessante (e assai evoluto per i tempi in cui gli apparecchi funzionavano solo in forza di congegni meccanici) è il modo di regolazione sulla Rollei Magic. Nella prima come nella seconda serie una volta inserito il filtro sull'obbiettivo di ripresa, è possibile ruotarlo ulteriormente, in senso orario per chi guarda la lente frontale, fino a far comparire il fattore di correzione in apposita finestrella. La variazione è limitata a due stop. Valori superiori possono essere ottenuti agendo sulla regolazione della sensibilità. La correzione influisce sulla lettura della fotocellula e pertanto se si opera in automatico (come obbligatorio sulla prima serie e opzionale sulla seconda) la macchina provvede da sola; se si opera in manuale viene già fornito un valore di esposizione corretto secondo i dati forniti alla macchina.

Sulle Rollei in produzione manca invece qualsiasi possibilità di riportare direttamente il fattore filtro.  L'operatore, dopo aver individuato l'esatta coppia tempo diaframma con l'accensione del led verde, deve modificare uno dei due valori in base al fattore filtro. In alternativa, ove intenda scattare una serie di foto con lo stesso filtro, potrà agire sulla regolazione della sensibilità. Siamo così tornati ad una situazione simile, anzi deteriore, rispetto alle mai tanto lodate Automat 2,8 E.

Ancora una volta rischio di passare per laudator temporis acti, ma è forte la tentazione di ripetere ... si stava meglio quando si stava peggio!!

OoOoOoO