Le Automat, 20 anni di Rollei
Con la denominazione di Automat vengono commercializzati i modelli
Rolleilex dalla serie K 4.630 alle K4C e K4I.
Per queste ultime, denominate Automat C, ci troviamo in realtà di
fronte ad un’anteprima della futura serie F. Per la prima volta
infatti il mitico Tessar viene sostituito dal Planar, compare la
nuova baionetta II, troviamo un esposimetro incorporato anche se
non ancora accoppiato.
La classificazione che conta è quella ufficiale ma il
collezionista che vuole disporre di una serie di Rollei indicativa di specifiche caratteristiche
tecniche, può iniziare con l’Automat dell’anno 1937 o comunque
ante guerra e concludere con l’Automat B (K4B) dell’anno 1956.
È
significativo che Reinhold Heidecke, come si riferisce
nell’interessante articolo di Terence Sheehy apparso sul numero 26
di Classic Camera, abbia continuato a usare una Automat 3,5
dell’anno 1939. Invero le Rolleiflex costruite nell’ambito
temporale sopra indicato presentano tutte alcune caratteristiche
fondamentali.
L’ottica di ripresa è il classico Tessar Zeiss, in qualche caso
sostituito con uno Xenar dello stesso schema ottico a 4 lenti
(sapevate che Tessar è denominazione di origine greca: il numero 4 è
appunto indicato in greco antico dalla parola téssares).
La baionetta è del tipo I e fin dall’anno 1939 equipaggia anche
l’obbiettivo di mira.
Il pozzetto ha già lo specchio e la lente per messa a fuoco ad
altezza d’occhio, oltre al classico traguardo.
E possibile
l'uso (improbabile) di pellicola 35 mm con qual dispositivo noto
come Rolleikin.
Nell'arco di
vent'anni la macchina è stata aggiornata agli standard via via
divenuti usuali ma ha mantenuto le caratteristiche base.
Ed ora qualche osservazione circa i
quattro apparecchi che conservo e uso.
Automat
1939
(K
4.632)
L'esemplare in mio possesso ha il numero di matricola 907xxx;
obbiettivo Carl Zeiss Jena Tessar 75/3,5 matr. 2499xxx, ovviamente non
trattato per il colore.
Trattasi di macchina nata per il mercato italiano
come si rileva dalla lingua usata per la
tabella
di posa. Si è resa necessaria una riparazione al cappuccio
e la messa a punto sull'infinito, per ovviare a discutibili interventi
pregressi. Ho avuto la fortuna di trovare una borsa
originale, in perfette condizioni. col frontale che si ribalta in
avanti e il top indietro (foto a pag. 208 del book di Derqui). Questa
borsa ha una caratteristica interessante che per ragioni inspiegabili
è stata conservata fino alle Automat A e si è persa nella
successiva produzione: sul fondo vi è un'apertura rotonda che
consente di impiegare treppiede o monopiede senza estrarre
l'apparecchio. Quanto tale caratteristica sia gradita ai fotoamatori
si constata verificando le borse usate in vendita: molte presentano
tale foro ricavato da qualche calzolaio, non sempre con la precisione
che sarebbe auspicabile.
Ho provato la macchina anzitutto con un rullo bianco e nero, con buona
soddisfazione. Ho notato una morbidezza incredibile dell'avanzamento
pellicola, al punto di dubitare se la carta di protezione era
effettivamente agganciata al rullo ricevitore. Anche questa
caratteristica è propria delle Automat. Non so per qual motivo, le 3,5 F
in mio possesso richiedono uno sforzo ben maggiore.
Quasi per scherzo ho poi caricato una pellicola Kodak Portra 160 NC e
scattato qualche foto alla mia modella preferita (mia nipote allora di
14 mesi) e, a parte qualche difficoltà di messa a fuoco dei soggetti
in ombra (lo specchio non era stato ancora ripulito in laboratorio), i
risultati sono stati al di sopra di ogni aspettativa per definizione
delle immagini e resa dei colori.
A questo punto ho messo l'apparecchio in uso, a rotazione con gli
altri poiché le foto ottenute sono paragonabili a
quelle delle consorelle più giovani. Forse vi è un poco saturazione
nei cieli, ma non avevo usato il filtro UV.
Secondo la classificazione di Derqui l'apparecchio è abbastanza raro,
rarissimo se equipaggiato con lo Xenar anziché col Tessar.
Maggiori particolari sull'Automat anteguerra potete trovarli nell'interessantissimo scritto di Derqui
pubblicato sul n. 11 di Classic Camera.
Automat
1949
(K
4)
E' il progetto della rinascita post bellica e
conserva quasi tutte le caratteristiche delle prime Automat.
L'apparecchio in mio possesso ha il numero di matricola
1141xxx,
obbiettivo Zeiss Opton Tessar 75/3,5 matr. 77xxx, recante il segno T
in rosso sulla montatura dell'ottica di ripresa, accanto al numero di
matricola.
Questo segno rosso indica che l'ottica ha avuto il
trattamento antiriflesso e offre quindi migliore resa per lil colore.
Sulle ottiche Schneider tale caratteristica è
indicata dalla presenza, nella stessa posizione, di un triangolo
equilatero rosso.
Il pulsante di scatto ha la filettatura per il
comando flessibile e la sincronizzazione è ora di tipo X, mentre nei
modelli anteguerra era presente solo in alcuni casi ed era di tipo M.
La piastra sul fondo reca la filettatura ma non la
scanalatura che comparirà invece nel successivo modello.
La produzione è stata di 35.660 unità; nel Book di
Derqui l'apparecchio è indicato come raro, verosimilmente non per una
più forte domanda ma per una minore offerta poiché il numero di
esemplari prodotti è circa un terzo del modello successivo.
Automat
"A"
1951
(K
4A)
Rappresenta la naturale evoluzione del precedente
progetto.
Compare la sincronizzazione X ed M e, con n.
1.268.000, la scanalatura sulla piastra, che consente l'uso del
Rolleifix.
L'apparecchio da me
posseduto la il numero di matricola 1259xxx, obbiettivo Zeiss
Jena Tessar 75/3,5 matr. 3216xxx, con il segno T rosso di cui ho già
detto.
Alla prova pratica si è sempre comportato molto
bene.
La tabella di posa in lingua tedesca, identica a
quella
della Rolleicord IV svela il mercato di destinazione di origine.
Automat
"B"
1951
(K
4B)
Se mi è consentito formulare una valutazione, questa
è la massima evoluzione delle Rollei equipaggiate con ottica a 4 lenti
e baionetta I.
L'apparecchio in mio possesso è appartenuto ad un
noto collezionista, scomparso da qualche anno, del quale taccio il
nome per rispetto dell'altrui riservatezza. Non ho conosciuto il
precedente proprietario ma a volte mi piace immaginarlo mentre da un
altro mondo segue la sua creatura durante le sue uscite. La macchina è
una delle prime Automat B costruite; ha il numero di matricola 1458xxx, obbiettivo Tessar 75/3,5 matr.
1330xxx; con questo modello compare la scala geometrica dei
tempi e l'indicazione del valore di esposizione. Tempi e diaframmi non
sono accoppiati ma ruotando le due rotelle è facile variare
contemporaneamente le due regolazioni e mantenere costante il valore
di esposizione.
Il bottone di messa a fuoco è ora molto più grande
(sezione 33 mm contro i 24 del precedente modello) e per la prima
volta reca l'indicazione del tipo di pellicola usata.
Da questa macchina ho avuto buone soddisfazioni
e continuo a farne uso alternandola con le altre.
Manca l'esposimetro ma se ne può fare a mano
abbastanza facilmente, tanto più che dispongo di un bel
Rolleilux che
potete vedere montato proprio sulla Automat B, il quale
restituisce i valori di esposizione che possono essere
riportati sulla macchina.
Automat
"C"
1951
(K
4c)
L'Automat
B rappresenta la massima evoluzione delle Rolleiflex con ottica a
quattro lenti. Con l'Automat C inizia
la produzione dei modelli equipaggiati con il celebre Planar
Zeiss, inizialmente a cinque lenti, cui si è presto affiancato lo
Xenotar.
Per i Rolleisti tradizionali questo modello
riesce forse più accetto delle 3,5 F successivamente costruite le
quali in più hanno solamente il pozzetto rimuovibile per l'impiego
del
pentaprisma,
l'esposimetro accoppiato al valore di luminosità, l'interasse fra
le ottiche di 45 mm anziché 42. Questo dato, poco noto va tenuto
presente perché oltre al Mutar non è intercambiabile il
copriobbiettivo
Ma in genere il rolleista preferisce applicare
la regola del 16 oppure far ricorso ad esposimetri di precisione e
l'assenza di tale accessorio incorporato è un elemento di
valutazione secondario sul mercato del collezionismo.
L'apparecchio in mio possesso ha il n. di matricola 1853518
e l'ottica di ripresa
Planar 75/3,5 matr. 1770522.
Ho sostituito la lastrina con altra
stigmometrica acquistata dal solito
fornitore.
Alla mancanza di esposimetro ho sopperito con un
arrangiamento che dà
buoni risultati.
OoOoOoO
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