La Rollei e
la figura umana
Coloro che danno un’occhiata alle mie
gallerie e in genere alle foto con le quali corredo i miei scritti
sono forse indotti a pensare che io mi interesso solamente
di paesaggio e la presenza umana non ha per me alcuna importanza
in fotografia. Ma questa impressione è dovuta alla scelta che faccio tra le numerose immagini disponibili, mettendo in rete, ad
eccezione di qualche scatto risalente a parecchi decenni e
privo di attinenza con la vita di oggi, solamente quelle
in cui la figura umana, se presente, è un aspetto marginale e
defilato o si vede in condizioni che impediscono un
riconoscimento.
Questa cautela è dettata dall’intento
di rispettare l’altrui riservatezza ed evitare i non rari abusi:
la rete internet è improntata ad un principio di massima apertura
e libertà, ma alcuni della libertà sono pronti
ad abusare. Buona parte delle mie fotografie, quelle che
non vedrete attraverso il mio sito, sono però dedicate alla
raffigurazione della persona umana, ritratta su uno sfondo reso
neutro per quanto possibile o ambientata in un contesto cui
dà un diverso significato .
Queste considerazioni non saranno
quindi illustrate con esempi pratici, anche se non sarà difficile
trovarne nelle opere di coloro che hanno lavorato o lavorano
ancora con la Rollei, e non sono davvero pochi, nel settore
professionale.
La biottica, per la sua versatilità,
ben si presta a ritrarre la figura umana.
Il
pozzetto fa vedere il mondo
all’altezza dell’ombelico ma questa parte del corpo umano è
il centro della circonferenza in cui esso si inscrive e proprio la foto
scattata da quel punto di vista riduce al minimo la deformazione
prospettica. L’operatore non è quindi obbligato a chinarsi in
modo innaturale e può seguire l’inquadratura sul vetro
smerigliato, tenendo d’occhio nel contempo il soggetto in modo da
coglierne l’espressione e l’atteggiamento più significativi. La
possibilità di mirare pur senza stare di fronte alla persona che
si vuole raffigurare e l’estrema silenziosità dello scatto
consentono di non attirare l’attenzione del soggetto, a tutto
vantaggio della sua spontaneità. Un uso accorto della coppia tempo
diaframma permette, in condizioni di luce normale, la scelta fra
il tutto a fuoco ed il fuoco selettivo. E se è opportuno o
necessario il ricorso al
lampo di appoggio, la
sincronizzazione su
tutti i tempi offerta dall’otturatore centrale mette in condizione
di dosare l’apporto delle varie luci. Ancora la risposta
dell’otturatore allo scatto è immediata mentre la manovella che
comanda avanzamento e ricarica rende possibili scatti ravvicinati,
ovviamente nell’ambito delle 12 pose offerte dal rullino, che poi
non sono tanto poche se invece di sparare a mitraglia si cerca di
iniziare il lavoro con un’idea precisa e si reitera la presa non
per ricercare un aiuto dal caso (che troppo spesso non viene
incontro) ma per migliorare il risultato in base alle reazioni del
soggetto.
E tutto questo con una qualsiasi
Rollei 75 – 80, accessoriata al più con un flash da pochi euro. Non
occorre altro: se la estrema incisività degli obbiettivi vi fa
temere una messa in evidenza dei difetti di un viso altrimenti
gradevole sono disponibili gli appositi filtri Rolleisoft che
offrono un effetto flou, più o meno accentuato. L’altissima qualità degli obbiettivi
garantisce forti ingrandimenti anche di porzioni ridotte del
fotogramma e la lunghezza
focale è più che sufficiente per evitare deformazioni prospettiche
dei lineamenti.
Ma vi è, nella produzione Rollei, un
meraviglioso strumento da ritratto in studio, ovvero la
Telerolleiflex che, alla distanza di tre metri circa, minima
consentita dalla messa a fuoco, restituisce immagini che sembrano
scolpite nei colori fedeli e brillanti. E se tanta incisività non
soddisfa i nostri canoni estetici è sempre disponibile il
Rolleisoft.
Ma permettete un suggerimento: se
lavorate con un Sonnar 135 offritevi la soddisfazione di vedere
l’immagine così come data da quella meravigliosa ottica. Se poi il
flou vi sembra più adeguato non sarà difficile realizzare
l’effetto in camera oscura.
Se l’acquisto di una Telerolleiflex
non rientra nei vostri programmi un’interessante alternativa può
venire da un Mutar 1,4, anch’esso non facilmente reperibile e tutt’altro che a buon mercato ma tale da aumentare la focale della
vostra Rollei a circa 115 mm. Anzi il Mutar 1,4 ha minori limiti
di messa a fuoco da vicino (anche se la scala metrica diviene meno
affidabile e in pratica si va intorno a m, 1,80 con regolazione su
un metro) ed è quindi possibile utilizzarlo anche in ambienti
ristretti. Certo non ritroverete l’incisività tagliente di un
Sonnar e magari dovrete fare i conti con una modesta caduta di
luminosità ai bordi, ma tutto questo per il ritratto interessa ben
poco.
Un'ultima osservazione. Se l'ombelico
è il centro della circonferenza in cui idealmente si inscrive la
figura umana, il quadrato è il quadrilatero in cui il cerchio si
inscrive. Il formato della Rollei consente quindi in pratica di
riprendere il soggetto con la migliore utilizzazione della
superficie disponibile e col taglio più ridotto.
In pratica si finisce per sprecare una
superficie maggiore proprio dal fotogramma rettangolare e, quando
uso il formato 24x36 (o una digitale il cui sensore rende immagini
col classico rapporto 3 a 2 fra i lati mi induco sempre, un poco per
vezzo di rolleista incorreggibile ma più sovente per togliere il
troppo e il vano, a stampare o richiedere la stampa nel formato
quadrato.
Gli scatti Rollei vengono invece di
regola stampati a formato pieno.
Anche per il ritratto e in
genere per la figura ambientata la Rollei finisce così per dimostrare
la sua superiorità.
OoOoOoO
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