Forse due ruote
meglio di quattro
Il
fotoamatore è sempre in cerca di qualche soggetto interessante e
sa che non è necessario andare lontano per trovarlo. Spesso basta
guardare un paesaggio o uno scorcio da un punto di vista appena
differente per scoprire qualcosa che i nostri occhi avevano già
visto infinite volte senza percepirne aspetti impensati.
Sotto questo profilo la
bicicletta si rivela il mezzo ideale, non solo perché consente di
coniugare la mobilità ad un sano esercizio fisico ma soprattutto
perché, grazie alla velocità contenuta, consente la visibilità in ogni direzione. E magari il mezzo a due ruote può valere esso
stesso come parte del soggetto che stiamo fotografando e darci la
famosa dimensione umana senza che si debba catturare un viandante
di passaggio o pregare un familiare di prestarci la sua figura.
E ora parliamoci chiaro: il
ciclista deve ridurre per quanto è possibile peso e ingombro e
sotto questo profilo una Rollei 35 o una Dk 3000 trovano
facilmente posto in una comoda
borsetta collegata alla
canna orizzontale e al tubo della sella.
Ma la classica biottica,
per la sua forma regolare, ben si presta per essere portata a
tracolla senza dare fastidio assai meglio di apparecchi di
piccolo formato per i quali si deve far i conti con il ... naso
sporgente. Invero la Rollei, come la bicicletta seria, con due
ruote solide ma abbastanza elastiche, un cambio che
offre i rapporti utili nella pratica quotidiana e una forma che risponde ad esigenze effettive e non alla
gratuita ricerca di un improbabile novità ad ogni costo, è un oggetto che non invecchia o almeno
invecchia molto lentamente e rappresenta una pietra
miliare nell'evoluzione delle capacità umane, in grado di dare
soddisfazione chi sa per quanto tempo.
Il progresso tecnologico che
consente di attuare le più disparate varianti su una base
collaudata ha investito poco la biottica: i modelli tuttora in
produzione cedono all'elettronica solo per la presenza di
esposimetro accoppiato ed alimentato da una batteria.
Per la .. birote sembra essersi
verificato il fenomeno inverso: modelli di uso corrente
dispongono di tre moltipliche e 7 ingranaggi, in totale 21
rapporti (dei quali solo due o tre di fatto utilizzati), vengono
impiegati materiali speciali che consentono un guadagno, inutile
se non per le competizioni, di pochi etti sul peso totale, si
ricercano forme nuove, si studiano modelli il cui ingombro può
essere ridotto fino a consentirne l'alloggiamento nel bagagliaio
di una normale vettura, si offre l'assistenza elettrica.
E qui Altair si rende conto di
aver troppo divagato e ricorda a se stesso l'ammonimento latino
sutor ne ultra crepidam. Delle possibilità offerte dalla moderna
tecnologia alla realizzazione di biciclette diverse da quelle
tradizionali è bene che parlino gli esperti. Ma per il desiderio di
condividere con gli altri internauti le proprie esperienze si permette di parlare
un poco più diffusamente di due tipologie che possono interessare
il fotoamatore in quanto ne ampliano le possibilità di movimento,
la bicicletta pieghevole e la
bicicletta elettrica e
infine descrive una
elettrica pieghevole
OoOoOoO
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