Aste on
line e ...
Per la trasmissione delle informazioni gli
strumenti telematici hanno assunto un ruolo insostituibile
e anche gli amanti della fotografia tradizionale quando vogliono
condividere le loro realizzazioni e confrontare le loro idee con
altri appassionati si affidano normalmente alla rete.
Per gli acquisti di materiale
fotografico il negozio tradizionale ha ormai perso gran parte
della sua importanza: al venditore è facile presentare on line
la propria merce con una spesa infinitesima rispetto a quella di
un normale punto di vendita; riesce altrettanto facile
all'acquirente ricercare quel che interessa su un mercato globale
e concludere la trattativa con un clic del mouse.
E per oggetti il cui prezzo è fissato
dall'incontro della domanda e dell'offerta la possibilità di
mettere in concorrenza i potenziali acquirenti dovrebbe almeno in
teoria comporre le contrapposte aspettative, di realizzare il
maggior introito e sborsare la minor somma.
Tutto bene dunque?
La realtà è un poco diversa dalle
aspettative.
Per vero i clienti rimangono nella
maggior parte dei casi soddisfatti, se si considera il gran numero
di affari che vengono quotidianamente conclusi su eBay e la
ridotta percentuale di coloro che si dichiarano scontenti.
Questo dimostra che in generale i venditori sono corretti e non
approfittano della posizione dominante loro offerta dal
sistema delle aste on line. Ma questa posizione dominante esiste
davvero e il privato acquirente, ove incontri un fornitore animato
da intenzioni non del tutto lineari, ha limitate possibilità di
difesa.
Prima di continuare il discorso devo
fare una precisazione. Sono un uomo di legge ma questo
scritto non vuole avere un taglio tecnico, e perché in
nessun campo il fai da te è pericoloso come nella tutela dei diritti
e perché una causa, magari in uno Stato estero, per una
compravendita di qualche centinaio di euro è assolutamente
sconsigliabile per il rapporto costi - benefici.
Voglio invece indicare qualche
accorgimento utile a prevenire situazioni di disaccordo e anche
suggerire a chi gestisce aste on line qualche modifica alle
regole attualmente in essere, in modo da meglio tutelare l'acquirente e far sì che quanti agiscono secondo buona fede
rimangano soddisfatti.
Una prima scrematura dei venditori
può essere fatta dal potenziale acquirente con la verifica della coincidenza fra il
luogo indicato come ubicazione degli oggetti in vendita e quello
ove ha sede il venditore, quale si rileva dal suo profilo. Siamo tutti
cittadini del mondo, le distanze si annullano ma è poco spiegabile
che taluno offra in vendita oggetti che si trovano a 180 gradi di
longitudine dalla propria sede. E' lecito il sospetto che nello
Stato ove dovrebbe trovarsi la merce vi sia un mero recapito
bancario oppure che vengano gestite trattative a distanza, per
conto di persone che non vogliono comparire o peggio ancora che si
cerchi di usare il nome di uno Stato come una sorta di insegna
fuorviante. Ove si constati questa divergenza è quindi opportuno
stare sull'avvertito, se non altro perché si rischia di ricevere
gravato di diritti doganali quel che di pensava di pagare al
prezzo pulito.
Ho già detto che il venditore ha una
posizione di vantaggio, che mi accingo ad illustrare, e questo può
anche esser comprensibile in quanto chi commercia in modo non
sporadico ha un palese interesse a contentare il cliente ed
evitare segnalazioni negative. E' quindi accettabile che i
venditori pretendano il pagamento anticipato ed anzi rifiutino di
regola la spedizione contrassegno che li espone, in caso di
mancato ritiro, a lunghe attese e rilevanti esborsi per riavere
l'oggetto.
Però il compratore, quando ha
effettuato il pagamento, può solamente sperare nella buona volontà
del venditore poiché questi non è obbligato a dare riscontro
a breve e neppure ha termini precisi per la spedizione
dell'oggetto. E poi il disservizio postale, comodo alibi per
quanti dimenticano il compleanno della mamma o le nozze d'argento
della sorella, può prestarsi a coprire ritardi e rendere più
difficili ricerche circa la sorte di rimesse di denaro e
di pacchetti spediti (o forse no).
Al venditore che invia una richiesta
di pagamento generica, incompleta o fuorviante nulla può impedire
di affermare che quella attuata dal compratore non era la modalità richiesta e
pretendere nuovo invio di denaro con minaccia di feedback negativo. Tale
comportamento è sicuramente scorretto poiché in tutti gli
ordinamenti è presente, la regola per cui debitore e creditore
devono agire con correttezza ed eseguire il contratto
secondo buona fede
Si deve ancora osservare che i
venditori non sempre rilasciano il feedback positivo dopo aver
ricevuto il denaro nella forma voluta e nei tempi indicati ma
sovente attendono che l'acquirente abbia espresso un feedback positivo e
solo a questo punto fanno altrettanto.
Tale comportamento non mi pare
corretto: l'acquirente ha assunto solo l'obbligazione di pagare
l'importo di chiusura asta oltre alle spese indicate e con le
modalità richieste (sempre se possibili in base ai dati indicati:
non si può fare un bonifico bancario che dia garanzia di buon
esito se in luogo delle coordinate bancarie viene fornito un
semplice indirizzo) o quanto meno compatibili. Una volta incassato
il denaro il venditore non può pretendere altro e se ha da dolersi
delle modalità di invio del denaro, difformi dalla sua richiesta e
tali da rendergli difficile la riscossione, deve sentirsi tenuto a dirlo
immediatamente.
L'attesa del feedback positivo da
parte del compratore sembra quindi preordinata a mantenere aperta
la strada per una risposta ritorsiva a fronte di lamentele per il
ritardo o per la qualità di quanto ricevuto, che possono essere
giustificate o meno ma non dovrebbero dar luogo a doglianze
relative ad altri aspetti dell'affare concluso, comunque tollerati
nella speranza palese di tener buona la controparte.
La prassi è abbastanza diffusa e solo
in caso di contratti eseguiti in pochi giorni con spedizione,
ricevimento e gradimento può essere giustificata dai tempi
tecnici. Nel momento in cui aggiorno questo scritto, sono in
attesa di ben 12 oggetti, da tempo pagati. Eppure solo tre
venditori si sono curati di inviare un feedback positivo. E'
lecito il sospetto che buona parte di essi attenda di vedere la
mia valutazione, in modo da conservarsi la possibilità di una
doppia risposta. E questo discutibile comportamento deve essere
considerato quasi normale se un venditore il quale, pur avendo un
grandissimo giro di affari per articoli anche costosi, ha fino ad
ora incassato solo feedback positivi, non si è curato di
esprimere una valutazione nei miei riguardi, pur avendo ricevuto
il pagamento da quasi un mese e inviato la merce da quasi tre
settimane. Solo alcuni giorni dopo aver incassato il mio sincero
feedback positivo col quale ponevo in luce le interessanti
caratteristiche del prodotto, si è compiaciuto di esprimersi
favorevolmente nei miei riguardi.
Altro aspetto non trascurabile è
quello dei tempi e delle modalità di spedizione. I venditori
precisano solo in qualche caso il numero di giorni che
intercorrono tra il ricevimento del denaro e la spedizione e in
questo modo possono prendersela comoda senza che l'acquirente
possa protestare. Ancora, non sempre viene offerta la possibilità
di assicurare la spedizione e questo è poco comprensibile prima
ancora che poco corretto.
Per un principio generale
dell'ordinamento italiano e penso di tutti gli ordinamenti appena
evoluti, il venditore si libera dell'obbligazione con la consegna
al vettore. Ma tutti sappiamo che non sempre i vettori sono
affidabili e non si vede per qual ragione il rischio della perdita
debba gravare sull'acquirente senza che gli sia consentito assicurarsi contro il rischio di smarrimento. Almeno in Italia la
differenza tra la spedizione di un pacco assicurato e di uno non
assicurato sta nella crocetta su apposita casella e nell'esborso
di € 2,70 (che vengono arrotondati a 3 da coloro che offrono la
spedizione assicurata). Il rifiuto a consentire tale cautela,
almeno per articoli dal costo non trascurabile, non mi sembra giustificato.
Il gestore dell'asta on line potrebbe fare molto per
garantire un leale comportamento di venditori e compratori.
Dovrebbe anzitutto imporre a chi mette
merce in vendita di inserire talune clausole, non modificabili
prima della chiusura dell'asta; ad esempio:
1) segnalazione del mezzo di pagamento
preferito e di quelli che non verranno accettati, individuati però in
modo non equivoco;
2) indicazione di un termine,
decorrente dalla data del pagamento, oltre ai cinque giorni
normalmente sufficienti per un accredito bancario o postale, entro
il quale sarà effettuata la spedizione;
3) disponibilità ad assicurare la
spedizione, almeno a partire da un certo valore dell'oggetto,
poniamo € 100, previo pagamento da parte del destinatario di un
importo indicato;
4) indicazione tassativa e non
modificabile del luogo dal quale avverrà la spedizione: questo,
come ho sopra accennato, per l'eventuale pagamento dei diritti
doganali; ho letto il feedback negativo di un acquirente il quale
ha ordinato un oggetto che doveva trovarsi in uno stato CEE e poi
ha dovuto pagare una somma non indifferente di diritti doganali
poiché l'invio è avvenuto da un paese terzo;
5) impegno ad avvertire l'acquirente
della data in cui avviene la spedizione e indicare il tempo che
normalmente occorre per il recapito;
6) menzione, almeno per gli oggetti
indicati come "mint", del numero di matricola, eventualmente
mascherato nelle ultime tre cifre se proprio si vuol garantire la
riservatezza al futuro acquirente;
7) indicazione del costo di spedizione
almeno per le destinazioni più usuali. Mi sono sentito chiedere 30
dollari per la spedizione dagli Stati Uniti di un apparecchio di
piccolo formato, forse 7 etti con imballo e 20 euro per un
apparecchio ancora più modesto da uno Stato dell'Europa a nove.
Ancora il gestore potrebbe porre un limite
ristretto, rispetto alla data del pagamento, entro il quale il
venditore deve inviare un feedback positivo o quanto meno
confermare di essere stato saldato; dovrebbero
essere rifiutate
le segnalazioni tardive, specie se inoltrate a seguito di una valutazione negativa espressa dall'acquirente dopo il
ricevimento.
Dubito che i responsabili delle aste
on line abbiano l'occasione di leggermi e tanto meno che vogliano
tener conto di questi suggerimenti, dettati invero dal comune buon
senso prima ancora che da personali esperienze.
Ma anche noi tutti, semplici appassionati
di materiale fotografico, possiamo fare qualcosa per
prevenire situazioni sgradevoli.
L'acquirente può sicuramente ridurre i rischi
valutando il profilo del venditore, mediante l'esame dei feedback
negativi, non tanto sotto il profilo quantitativo quanto sotto
quello qualitativo.
E' inevitabile che anche il venditore
più corretto finisca per incassare un certo numero di feedback
negativi, se non altro perché la bontà di un acquisto si
valuta in relazione al prezzo pagato. Spesso nella concitazione
dell'ultimo minuto si verificano dei rilanci decisamente fuori
misura che portano alla chiusura ad un prezzo ben
superiore a quello che il venditore aveva indicato non solo come base
d'asta o riserva ma anche come opzione per un acquisto
immediato. L'affare così concluso può non essere buono
mentre lo sarebbe stato al "compralo subito" e l'acquirente, se
trova difetti secondari, magari non evidenziati dal
venditore ma compatibili con le indicazioni fornite e col prezzo
di riserva o di acquisto immediato, dovrebbe dare una
valutazione negativa a se stesso e non ad altri.
Ma un'attenta valutazione dei feedback
negativi può consentire di verificare la correttezza del venditore.
Se più di un compratore lamenta di aver incontrato
difficoltà nel pagamento vi è quanto meno una scarsa
collaborazione da parte del venditore; se più d'uno lamenta
ritardi intollerabili e magari di aver pagato senza ricevere la
merce vi è una scarsa solerzia nelle
spedizioni; se la lamentela circa le condizioni
dell'oggetto acquistato è supportata da una precisa indicazione nel senso che
in luogo del pezzo indicato come "mint" ne sarebbe stato inviato altro
offerto in asta a prezzo inferiore e si indicano gli estremi di vendita dell'articolo
che si afferma di aver ricevuto in luogo di quello voluto, viene il sospetto che non siano
state rispettate le promesse. E' consigliabile verificare se il venditore, lungi da limitarsi a
fornire una risposta, come suo diritto, ha a sua volta
inviato un feedback negativo; avrete così la prova che egli ha tenuto in serbo la possibilità di esprimere un
proprio giudizio per ritorsione.
Possiamo effettuare una prima
ripulitura sulla base delle indicazioni geografiche fornite e dei
feedback ricevuti (e anche inviati ai poco soddisfatti
acquirenti).
Ma la migliore difesa preventiva
possiamo realizzarla utilizzando l'opportunità che eBay ci
concede, di fare domande al
venditore. Possiamo così chiedergli se accetta o meno un
determinato modo di pagamento che ci riesce comodo, anche se un
poco differente rispetto a quello esplicitato; possiamo chiedergli
di indicare i tempi di spedizione rispetto alla data del pagamento e quelli
usuali di trasporto; possiamo chiedergli la garanzia dell'invio
effettivo da un preciso ambito doganale; possiamo chiedergli il
numero di matricola dell'oggetto, indicato o meno come "mint";
possiamo chiedergli di garantirci la spedizione assicurata, previo
invio di una somma stabilita; possiamo chiedergli di precisare il
costo di spedizione.
E' probabile che il venditore poco
scrupoloso fiuti il pericolo di qualche grana e dia risposte
tali da togliervi la voglia di partecipare all'asta o quanto meno evasive.
Fate quindi una personale lista nera dei venditori poco affidabili e
scartate in partenza le offerte che provengono da costoro.
Ma selezionate soprattutto, in vista di futuri acquisti, i venditori che vi hanno consentito qualche buon
affare o almeno vi hanno dato risposte cordiali e precise.
In teoria un messaggio di posta
elettronica può valere come prova contro chi lo ha inviato;
in pratica una volta che siete caduti in qualche trappola converrà
mettere la perdita in conto esperienza. Le risposte del venditore
potranno solo darvi una carta in più per redigere un feedback
anche se negli 80 caratteri consentiti ben poco si può dire.
Un ultimo suggerimento, che non vuole
suonare come invito a ripagare comportamenti scorretti con
altrettanta scorrettezza: visto che i venditori sono così poco
solleciti a rilasciare un feedback positivo, non dovete sentirvi
tenuti a cantare le lodi del prodotto che avete pagato subito e
ricevuto con calma. Non dimenticate che il codice civile consente
di far valere i vizi della cosa acquistata entro un anno dalla
consegna sol che ne abbiate fatto denuncia entro otto giorni dalla
scoperta. Sono tempi incompatibili con la snellezza che deve
contraddistinguere gli acquisti on line, fondati necessariamente
sulla reciproca correttezza e buona fede. Ma è sicuramente
conforme a correttezza e buona fede rilasciare feedback favorevole
per un apparecchio o per un obbiettivo dopo il tempo strettamente
necessario a fare un rullo di prova ed anche far presente che
qualcosa non ha corrisposto alle vostre aspettative
Chiudo il mio discorso, ma vorrei
riprenderlo e approfondirlo più volte sulla base di notizie circa esperienze
positive o negative di coloro che hanno la pazienza di leggermi.
Il mio indirizzo di posta elettronica
è a vostra disposizione: scrivetemi liberamente su questo o su
qualsiasi altro argomento; assicuro l'assoluta riservatezza
(o il rispetto della vostra privacy se vogliamo parlare secondo la
moda corrente).
OoOoOoO
E così faccio un seguito, sulla base
di alcune indicazioni che ho avuto da amici ed anche della mia
esperienza personale, in relazione ad un numero di acquisti sufficiente a
consentire una valutazione globale.
Debbo confermare il rilievo
che non pochi venditori si tengono nella manica il feedback per
l'acquirente che ha pagato. Questo comportamento riesce poco
gradevole. Ma al proposito un venditore della massima correttezza,
noto non solo sulle aste di eBay ma in tutto
l'universo dei fotoamatori (non faccio il nome perché capisco che
preferisce evitare indicazioni che possano essere prese come pubblicità occulta di cui per vero
non ha bisogno) mi ha dato dei chiarimenti che mi hanno fatto
pensare. Ve li
sottopongo in apposito
paragrafo.
Ho dovuto purtroppo subire la pretesa
di un secondo pagamento con mezzi ritenuti più comodi dal
venditore che ha rifiutato un Money gram, fra l'altro inviato
all'indirizzo da lui stesso indicato per tale sistema di pagamento,
indicando nuovo recapito,
e ancora di un altro che lo ha rifiutato, dichiarandomi candidamente
che per incassarne uno aveva perso due ore; e almeno il primo
venditore dopo due mesi mi ha inviato l'oggetto: il secondo non ha
più risposto ai solleciti, anche se il vaglia internazionale gli
deve essere ormai arrivato da tempo, ed ha avuto la faccia tosta
di appioppare un feedback negativo per mancato pagamento a me
ingenuo che ho pagato due volte.
Attraverso le aste on line è però
possibile fare la conoscenza con persone simpatiche e disponibili
che non si limitano a inviare l'oggetto ma aggiungono qualche
omaggio, danno indicazioni per il migliore uso, fanno
pagare una sola spedizione per più pezzi, suggeriscono di
attendere il pagamento in vista della chiusura di altra asta e
quindi spediscono il tutto prima ancora di aver ricevuto il denaro,
sulla promessa dell'acquirente.
Per comprensibili ragioni evito di
indicare i nominativi eBay di certi venditori meritevoli di una
valutazione negativa e magari di denuncia penale.
Penso però di far cosa utile
segnalando quelli che hanno reso la trattativa piacevole e
l'acquisto ben accetto, al punto da riuscire meritevoli di un
feedback positivo che vada oltre gli 80 caratteri consentiti.
A questi dedico
apposita pagina che
provvederò ad aggiornare periodicamente, anche con la
collaborazione degli amici che vorranno inviarmi segnalazioni
circostanziate.
OoOoOoO
Pensavo di aver esaurito l'argomento
ma di recente mi è giunta la mail di un nuovo amico il quale
si è visto sfilare di tasca 200 euro e si è rivolto a me
attribuendomi doti,
invero inesistenti, di consulente capace di suggerire un rimedio.
Se vi interessa
saperne di più cliccate: la vicenda è antipatica ma è
bene conoscerla a scopo preventivo.
|