Epson RD1, Bessa e
Leica
andata e ritorno
La
RD1 viene commercializzata senza ottica e le istruzioni limitano i
consigli in materia alle avvertenze circa le ottiche che non
possono essere utilizzate o impongono speciali precauzioni.
In pratica è
sufficiente ricordare che le ottiche collassabili possono essere
utilizzate a patto che non le si faccia rientrare mentre le
ottiche fisse non devono avere una rientranza superiore a 20,5 mm.
Si segnala
altresì che, attese le ridotte dimensioni del sensore, ogni
obbiettivo si comporta come se avesse una lunghezza focale pari a
1,5 x quella utile per il 35 mm.
Tra gli
obbiettivi Leica di cui disponevo ho usato anzitutto il Summaron
35/3,5 e il Summicron 35/2, poi al fine di ampliare le possibilità
operative dell'apparecchio, mi sono procurato il Tri-Elmar,
ottenendo così l'accoppiata vincente, buona per qualsiasi normale
esigenza fotografica.
Mi sono poi
lasciato tentare all'acquisto del nuovo Nokton 35/1,2 che, montato
sulla RD1 con regolazione a 1.600 ISO, consente di lavorare al
classico lume di una candela.
Per avere
migliori possibilità di operare nei casi in cui serve un più vasto
angolo di campo mi sono procurato il 25/4 Snapshot, pensato per
l'impiego sulla Bessa L, e quindi il Color Skopar 21/4, munito di
camma che comanda il telemetro.
Ma la
disponibilità di questo nuovo parco ottiche mi ha invogliato a
farne uso anche sugli apparecchi per i quali erano state pensate e
così ho fatto nuovamente viaggiare la Bessa L, con la quale è
iniziata, nel dicembre 1999, la rinascita di quel nome glorioso, e
le mie due M6.
Forse sono
rimasto sotto sotto un giocatore di meccano malgrado i capelli
ampiamente grigi (e magari qualche volta vi farò vedere cosa
riesco a realizzare con la supervisione di mio nipote (anni
quattro ancora da compiere), ma la disponibilità di tutta questa
attrezzatura consente ogni volta di comporre l'apparecchio più
utile allo scopo, almeno in vista della gita domenicale
OoOoOoO
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