Dalla bessa L

alla RD1

(et ultra)

Su Fotografare di aprile 2005, alla pagina 94, nella rubrica usato sicuro, si parla della Canon T 60, apparecchio di transizione dalla serie A alla serie Eos.

Non mi ha stupito la notizia che questo apparecchio è stato realizzato, su incarico della Canon, dalla Cosina, usa a fornire macchine entry level a marchi blasonati.

Ma un esame di sfuggita della foto che raffigura la T 60 dall'alto ha richiamato la mia attenzione. Ho guardato meglio ed ho concluso che la rotella dei tempi di esposizione, quella che imposta la sensibilità della pellicola, il manettino di riavvolgimento, sono indubbiamente gli stessi particolari montati sulla Bessa L ed R. E anche il dorso, con la caratteristica finestrella che consente di individuare il tipo di pellicola in uso è inequivocabilmente lo stesso.  In sostanza la Cosina già negli anni '90 aveva inaugurato quella politica delle economie di scala che i costruttori di autovetture stanno faticosamente scoprendo. Niente di male, anzi tutto di guadagnato se per questa via si ottiene un prodotto la cui componentistica è ampiamente collaudata.

La Bessa L è nata da un corpo già in uso per una reflex economica ed i particolari che vi ho sopra indicato sono stati mantenuti, come pure l'otturatore che per vero si comporta benissimo.

Molto è invece cambiato nella RD1, anche se il colpo d'occhio non è molto diverso: i comandi sono stati realizzati con nuovo disegno e si presentano meglio curati. Ho letto in qualche commento rilievi critici circa la rumorosità dell'otturatore: questa osservazione è sicuramente esatta per la Bessa L, ma già sulla R il funzionamento è più silenzioso e per la RD1 la differenza rispetto alla Leica è ben modesta, praticamente inavvertibile almeno per il mio udito sul quale indubbiamente incide la ... presbioacusia. 

Ma all'ingresso a vele spiegate nel mondo del digitale sta per seguire una nuova creazione nel settore delle telemetro a pellicola. E' stata annunciata l'uscita di una Zeiss Ikon il cui corpo è realizzato dalla Cosina, con otturatore a tendina verticale a controllo elettronico, il cui funzionamento dipende dalle pile. Questo apparecchio avrà  un telemetro con base di 72 mm, 7 di più rispetto alla M6,  e l'attacco obbiettivi con la baionetta tipo Leica. Dalle immagini disponibili su Internet si nota l'assenza dell'autoscatto (invece presente sulla Bessa L e sulla R primo tipo con attacco a vite) e ancora una levetta a fianco dell'obbiettivo che sembra destinata al rapido delle cornicette. La commutazione  adeguata all'ottica che si va a montare dovrebbe quindi essere automatica.  Il corpo macchina costerà poco più della metà rispetto alla MP e alla M7.

Una Leica è sempre una Leica ma anche una Zeiss Ikon ...

E forse l'avventura digitale proseguirà in questo nuovo corpo che dovrebbe dare il vantaggio di un telemetro più affidabile e del cambio automatico delle cornicette.  E se il sensore anziché formato APS fosse 24x36? La Cosina ci ha abituato a produzioni innovative. Forse sarà capace di stupirci ancora.

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