La nuova Zeiss Ikon
Dunque
è arrivata la nuova Zeiss Ikon, anche se fino ad ora ho
potuto
esaminarla solo attraverso le immagini realizzate da Luigi Crescenzi
il quale le ha messe in linea nel suo sito
www.leicatime.com
e mi ha
autorizzato a diffonderle a mia volta.
La base di
partenza è il corpo della Bessa ma le migliorie sono tali e tante
da farne un prodotto che, avuto riguardo anche alla concezione più
moderna, può entrare in seria concorrenza con la
Leica M7.
Non credo che
taluno fra gli appassionati della Leica apprezzi il dorso che si
apre solo in parte e rende tutt'altro che semplice la sostituzione
della pellicola e penso che più d'uno sia rimasto in dubbio sulle
caratteristiche della pellicola in uso e sul numero di pose
residue. Il dorso apribile
con la finestra
che consente di
leggere i dati risultanti dal caricatore non è certo una novità ma
è opportuno che questa caratteristica, presente anche su reflex e
compatte di fascia medio bassa, sia stata conservata nella nuova
realizzazione.
Dall'immagine a dorso aperto
si vede
l'otturatore a tendine
verticali.
La
vista dall'alto
e quella
frontale
rivelano particolari del massimo
interesse. La baionetta è del tipo Leica (e
questa non è una novità assoluta poiché già la Bessa T, la Bessa
R2, la Epson RD1 avevano questo tipo di attacco. Ma la prima
richiedeva l'impiego di un mirino dedicato e nelle ultime due si
doveva provvedere alla regolazione manuale delle cornicette. Ora la commutazione avviene automaticamente col
cambio dell'obbiettivo e quindi è stato raggiunto il livello di
sofisticazione della Leica M6.
La forma della leva di avanzamento è
gradevole e ricorda la forma della M3.
Il grande bottone di regolazione dei
tempi di posa, in posizione protetta e tale da evitare manovre
involontarie, oltre ai tempi da 1/ a 1/2000 di secondo, ha una
posizione A che rende la nuova Zeiss una automatica a priorità di
diaframmi, dipendente come è ovvio dalle batterie. La scala sul top consente di sottoesporre o
sovresporre a scelta fino a due stop.
La velocità di sincronizzazione con
flash non dedicati è di 1/125, non elevata ma tale da consentire
in molti casi l'utilizzo
contemporaneo della luce flash e della luce ambiente.
La base telemetrica è aumentata ed è di circa 75 mm, ben oltre quella della Leica M6 che
è di mm 65,7.
Come già ho
segnalato il telemetro della Leica M,
con base da 65 mm è più preciso della lastrina
stigmometrica montata sulle reflex per le lunghezze focali fino a
135 mm . La nuova Zeiss Ikon, con base
telemetrica di mm 75, può consentire una messa a fuoco ancor più
rigorosa, utile con gli obbiettivi molto luminosi.
L'intento di presentare una rivale
della M7 risulta palese dall'offerta di una serie di ottiche con
baionetta Leica, da 15 a 85 mm, che recano i nomi gloriosi di
Biogon e Planar.
E' significativo che sia stata
anzitutto offerta al pubblico una
versione speciale, pare di 190 esemplari che recano oltre al
numero di matricola, una numerazione a parte: evidentemente il
produttore attribuisce un particolare significato alla rinascita
di un marchio glorioso e ritiene che questa serie possa acquisire
in futuro un valore collezionistico.
L'apparecchio è bello e merita di far
parte di una collezione. Spero che Luigi Crescenzi, il quale offre
borse in materiale di pregio dedicate ad apparecchi di alta
classe, segua il mio suggerimento di produrne una per la
nuova Zeiss Ikon, con il numero di serie speciale. Una
realizzazione del genere, presentata in una solida scatola di
cartone con fotografie originali, come quelle che Leicatime usa
per spedire gli apparecchi, costituirebbe davvero un acquisto di
prestigio, destinato a valorizzarsi col tempo.
Chiudo questa anteprima con l'augurio
di poter a breve acquisire un apparecchio e darvi conto di una
prova vera, con le varie ottiche Leica, Voigtlander e magari
Biogon e Planar.
OoOoOoO
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