Non sono certo il
solo utente di Leica (e copie sempre inferiori all'originale) ad
essere convinto che l'ottica ideale è un 35 mm, più o meno
luminoso in funzione delle esigenze. Invero questo obbiettivo
consente una facile messa a fuoco ma anche il fuoco selettivo,
ingombra poco, assai meno di un 50mm a parità di apertura massima,
consente ingrandimenti tali da evidenziare anche particolari
minuscoli. Sulla RD1 un 35 mm si comporta in pratica come un
50 mm (anzi, come riferisce Gunter Osterloh a pag. 69 suo libro
Leica M, una vera miniera di notizie interessanti, le ottiche
Leica standard hanno una lunghezza focale effettiva di mm 52) e l'operatore si ritrova ad operare come se avesse
una Leica classica.
Sulla RD1 ho provato il vecchio Summaron 35/3,5, il Summicron 35/2
asferico, sicuramente il miglior prodotto nella categoria e quello
che più si presta ad essere utilizzato come ottica universale, il
nuovissimo Nokton Voigtlander 35/1,2, a quanto mi risulta l'ottica
più luminosa per tale lunghezza focale che sia stata messa in
commercio fino ad ora.
Le prime due foto sono state
realizzate con il Summaron, una sera delle ultime festività
natalizie, quando l'illuminazione artificiale e quella naturale
si fondono, con il bilanciamento del fuoco sull'automatico. La
terza sempre con Summaron, all'interno di una chiesa ove era stato
realizzato un presepe con strutture di marmo. La quarta è stata
realizzata con il Nokton, volutamente a tutta apertura, ciò che ha
causato una modesta sovraesposizione. Come potete vedere il
telemetro della RD1 si è rivelato all'altezza del compito: le
sculture sono perfettamente a fuoco mentre gli altri elementi
sfumano gradatamente. La quinta e la sesta sempre col Nokton, una
a tutta apertura, l'altra con diaframma completamente chiuso, per
verificare eventuali cadute di luminosità ai bordi, che come
potete vedere non ci sono state. Anche in questo caso mi pare che
il telemetro sia stato all'altezza della situazione. Le ultime due
sono state scattate col Summicron 35/2, a tutta apertura e a
diaframma completamente chiuso. Risalgono al periodo in cui
pretendevo di esporre in manuale. Sono sicuro di aver ben
calcolato le due coppie tempo - diaframma, ma la differenza di
esposizione è sensibile. Penso che sia intervenuta, tra uno scatto
e l'altro, una variazione della luce ambiente per il movimento
delle nuvole. Io non ho pensato a ripetere la misurazione mentre
l'automatismo avrebbe provveduto da solo.
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