Come una vecchia Atala
è divenuta un veicolo
ibrido
Il
punto di partenza è stato il desiderio di possedere una bicicletta a
pedalata assistita tale da consentire le stesse opportunità di una bici
normale, in pratica un cambio di velocità che offre i rapporti
normalmente utilizzabili e permette di mantenere una velocità di
20 - 22 kmh senza faticare troppo se la strada è il leggera salita
o vi è un pò di vento contrario ma anche senza pedalare
vorticosamente a causa di un rapporto di trasmissione troppo
corto.
In pratica
Altair voleva conservare le possibilità offerte da una vecchia bici
con due moltipliche da 52 - 42 e cinque rocchetti - 13 - 21,
aggiungendovi un motore elettrico ausiliario, rispondente alle
caratteristiche imposte dal Codice della Strada. Pensava che
l'idea non fosse poi troppo originale ma dopo ripetute
ricerche su Internet in genere e in particolare sulle
aste di Ebay ha trovato ben poco, anzi, ha trovato, un solo
prodotto che è parso idoneo
allo scopo.
Altair ha ottenuto qualche precisazione di carattere tecnico
e soprattutto l'assicurazione circa la disponibilità dei ricambi e
la reperibilità della batteria, che, secondo il
suggerimento ricevuto, ha realizzato mediante assemblaggio in
serie di 3 accumulatori da 12 volts - 7 Ah, del tipo normalmente
usato per gli impianti antifurto, il tutto acquistato al prezzo di € 42
dall'elettricista presso casa. A questo punto ha fatto l'ordine ed
ha ricevuto il kit, conforme alla descrizione. Il montaggio ha
richiesto qualche attenzione, anche perché la bici
ultraventennale aveva alcune caratteristiche ora inconsuete, poi,
anche grazie all'help telefonico cortesemente offerto dal
fornitore, tutto è andato a posto ed ora Altair dispone di un vero e proprio
veicolo ibrido
che può
funzionare con la sola propulsione umana o con lo sforzo dei
pedali incrementato dall'assistenza del motore elettrico.
Dalla foto
potete notare la presenza di
due puntali di sostegno
(quello
centrale di serie aveva qualche problema a sostenere da solo il peso del
complesso, incrementato di una decina di chili rispetto
all'originale).
Potete ancora
notare la presenza del
motore montato al mozzo
della ruota anteriore
e di una strana
ruota nera collegata
alla pedivella di sinistra
Questa ruota in vetroresina è in
effetti l'anima del sistema poiché una serie di piccoli magneti,
annegati lungo la corona e montati in sequenza con polarità
invertita, invia ad un apposito sensore impulsi via
via più frequenti, in funzione della velocità di rotazione della
pedivella (effetto Hall). E poiché il cambio di velocità consente di variare la
velocità di rotazione delle ruote rispetto a quella dei pedali, il
risultato è che l'assistenza del motore può essere
regolata da un minimo ad un massimo.
In pratica col rapporto 42x21 il
motore fa sentire la propria azione alla velocità di
sostentamento, con il 42x19 ad una velocità di 12 kmh circa,
con il 42x17 a 18 kmh circa. A 25 kmh, calcolati sui giri del
motore, l'assistenza cessa e il motore diventa una dinamo che ricarica le batterie.
Altair ha mantenuto il rapporto 42x19 che usava normalmente ed ora
può procedere, anche
in leggera salita o
contro vento, a 20 - 23 kmh con minimo sforzo e ridotto consumo di
corrente, ottenendo un'autonomia che, con riserva di verifiche, sembra superiore ai 40 km dichiarati dal costruttore.
Le batterie trovano comodo
alloggiamento nella sacca nera fornita a parte (per prudenza il portapacchi
è stato sostituito con uno più robusto).
Come già detto la sostituzione
delle batterie, che dureranno verosimilmente i soliti due anni,
può avvenire facilmente, con materiale reperibile presso ogni
elettricista. Il costruttore ha fornito, quali
ricambi, una centralina, due ruote di vetroresina dal diametro differente, una serie di magnetini. Il motore, protetto da un
fusibile da 20 A, non dovrebbe essere soggetto a guasti di sorta.
E se la batteria non da più energia o
qualche altro componente tradisce d'improvviso? A casa ci si arriva ugualmente poiché la
resistenza data dal motore e il peso aggiuntivo comportano uno sforzo,
ampiamente compatibile con le energie di un nonno, uguale a quello richiesto per portare la bicicletta non
motorizzata con un bambino da 10 - 12 chili su apposito
seggiolino.
La zona ove Altair abita, pur a forte
diffusione ciclistica, risente nel pieno della stagione estiva di
un caotico traffico automobilistico che consiglia itinerari
alternativi: così fino ad ora l'ibrido è stato usato per qualche
gita sul molo
o nella
piana di Luni.
Fra
poche settimane sarà agevole ampliare
l'ambito delle passeggiate e forse vedrete qualche
immagine più interessante.
OoOoOoO
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