E' un modello che segna una tappa
fondamentale nella storia della fotografia, nato da un'idea geniale,
attuata con la cura che distingue i prodotti Rollei.
Se il mercato vuole apparecchi che
utilizzano la pellicola 35 mm è inutile che essi abbiano ingombro e
peso paragonabile ad una biottica 6x6.
Se la biottica, pur non disponendo di obbiettivi intercambiabili, ha segnato i momenti
migliori della fotografia amatoriale e professionale, è inutile
costruire un nuovo apparecchio nel formato in voga, che richieda un corredo
costoso cui si farà ricorso solo in casi estremi.
Se in pratica i
maestri della fotografia usano focali di 35 o 50 mm, scegliamo una via
di mezzo, 40 mm, che valga come un medio grandangolo e, grazie alla
buona qualità, non faccia rimpiangere troppo un medio tele.
E se la profondità di campo
consente in pratica, con diaframma 8, di mettere a fuoco sui 3 e sugli
8 metri, col risultato di avete tutto nitido nelle fasce vicino e
lontano, rinunciamo ad un telemetro forzatamente impreciso per
la ridotta base di misurazione e lasciamo che il fotografo usi il suo
cervello e il suo buon senso.
Ma su tutto il resto non ci devono
essere compromessi: l'otturatore centrale deve essere di pregio, le
ottiche di alta qualità, l'esposimetro di precisione tale da
consentire una misurazione per zone.
Con gli elementi di valutazione
che ci fornisce l'esperienza di 70 anni di biottica vien fatto di
chiedere per qual motivo non si è scelto il formato quadrato 24 x 24,
già utilizzato nella Robot fin dall'anno 1935, con la possibilità di
ridurre ancora l'ingombro e la lunghezza focale .
Probabilmente si pensava ancora
che il quadrato fosse un limite da farsi perdonare e non già una
scelta vincente, forse perché la maggior parte dei fotoamatori erano
allora, secondo la definizione del Ghedina, dei trenta-quarantisti.
La Rollei 35 ha avuto un successo
tecnico e commerciale protratto per oltre 20 anni e quando si sono
affermate sul mercato le compatte
moderne con autofocus, esposizione automatica e tutte quelle altre
caratteristiche che le rendono dipendenti dalle pile, la 35 è stata ancora prodotta, sia pure in serie
ridotta e a prezzi di dissuasione; essa fino a poco tempo addietro
compariva sul catalogo Rollei e qualche esemplare con finiture
di prestigio si trova ancora preso i negozi specializzati, nuovo e
attuale nelle sue linee purissime.
Nella redazione di queste note
vogliamo evitare ripetizioni di quel che altri già hanno scritto con
abbondanza di dati tecnici e ampia documentazione.
Chi vuole conoscere la storia del
progetto 35 può leggere l'interessantissimo articolo di Angelo Derqui
sul numero 16 di Classic Camera; troverà anche una esauriente
descrizione dei modelli realizzati sulla base di un unico progetto e
diversificati per le caratteristiche dell'ottica e per la tipologia
delle dotazioni.
Nell'ultima pagina di copertina
del n. 0 del Bollettino del Rollei Club si vedono ben 27 modelli e sul
n. 1 dello stesso Bollettino vi sono preziose indicazioni
tecniche, anche per ovviare alla scarsa difficoltà di reperire le pile
al mercurio da volt 1,35.
Diamo per nota ed accettata la
caratteristica propria ed esclusiva della 35, ovvero l'esigenza di far
rientrare l'obbiettivo solamente dopo aver caricato l'otturatore.
Quanto alla pila al mercurio, il
miglior suggerimento è quello che ci dà Roberto nel paragrafo relativo
alla Rollei SL 35: basta usare una normale PX625 e dimenticare la
modesta differenza di tensione: i circuiti dell'apparecchio non hanno
alcun problema, essendo superdimensionati, la misurazione può
oscillare, soprattutto in funzione del livello di carica residua ma
l'errore si mantiene in limiti ampiamente compatibili con la
tolleranza del negativo in bianco e nero e a colori e poi
l'amatore vero si fa guidare dall'esposimetro ma non rinuncia a
pensare con la propria testa.
Guardiamo più da vicino la 35
Classic, appunto il modello in catalogo a partire dall'anno 1991 e
ancora reperibile nuovo ai giorni nostri.
L'apparecchio è commercializzato
con l'ottica Sonnar 2,8/40, è rigorosamente made in Germany,
differisce dalle precedenti 35 equipaggiate con Sonnar, e anche da
quelle equipaggiate col Tessar, per due caratteristiche che ben si
notano esaminando i due apparecchi
affiancati.
La Classic, in fotografia col corpo in Titanio,
non ha più sul dorso il bottone di sgancio del fermo ottica e presenta
invece, al centro, la slitta con contatto caldo per il flash.
Il pulsante che libera l'ottica e le consente di
ruotare e rientrare è ora sul
frontale
in posizione ben riparata e
non è possibile confonderlo con quello di scatto.
La
finestrella dell'esposimetro è un poco spostata, a tergo della
slitta.
Il
fondello della titanio non ha sporgenze di rilievo poiché la
slitta è stata spostata
.
La
foto che segue raffigura i due apparecchi equipaggiati
rispettivamente, con un flash da pochi euro la 35 S e con quello in
dotazione, marcato Rollei e ben più sofisticato la Classic.
Devo a questo punto segnalare un fenomeno
inspiegabile poiché le distanze fra l'asse ottico e quello della
parabola del flash risulta di circa cm. 9,5 nella 35 S, cm. 11
nella Classic e per di più l'accessorio
di produzione Rollei sembra saggiamente orientato verso l'alto.
Una delle tare delle compatte, che fra l'altro
vengono utilizzate soprattutto per fotografare familiari all'interno,
è data dal così detto effetto occhi rossi e quel diabolico congegno
che dovrebbe eliminarlo facendo scattare in prevenzione uno o due
lampi destinati a far restringere l'iride del soggetto ritratto serve
di fatto più a far perdere il controllo del momento di effettivo
scatto che a conseguire l'effetto voluto.
Stranamente la 35 S, equipaggiata con un flash
rudimentale, non ha mai provocato tale effetto che invece si è
presentato, sia pur attenuato e visibile solo con forte ingrandimento,
con la classic. Forse il fenomeno si può spiegare con la
circostanza che il lampo copre maggiormente in larghezza che in
altezza, per seguire il fotogramma rettangolare e quindi il
disassamento in diagonale ha un effetto più marcato.
In pratica, grazie alla disponibilità a basso
prezzo di flash attivati con fotocellula, il problema non esiste
poiché anche per le foto dei nipotini è normale impiegare un lampo
pilota con parabola orientabile, rivolto verso l'alto, e
sfruttare la luce data da un secondo lampo, collocato in modo da
fornire l'effetto voluto. L'otturatore centrale consente la
sincronizzazione del lampo su tutti i tempi: è quindi possibile
combinare luce naturale e luce artificiale,.
Ma l'impiego di più flash in contemporanea , come illuminazione esclusiva o di appoggio, è un argomento complesso, del quale mi riservo di parlare più
ampiamente in altro momento.
Non metto in linea fotografie realizzate con le
35 in mio possesso poiché non vi è davvero bisogno di dimostrare
l'altissima qualità delle immagini realizzate. Voglio solo far notare che la 35, che può
comodamente trovare posto nel taschino del gilet, ben si presta ad
affiancare la sorella maggiore, mettendo a disposizione una riserva di
scatti, un esposimetro che può sempre fornire utili indicazioni e
rendere immagini di altissima qualità.
E se una digitale può ugualmente dare la
soddisfazione di usare una Rollei
ed essere impiegata nei tempi morti dovuto al cambio del rullino sulla
6x6, questo minuscolo capolavoro, tuttora insuperato nelle forme e
nella tecnica, ha il vantaggio di obbedire all'operatore anziché
cercare di sostituirlo malamente.
Altair
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