Questo scritto
viene redatto per approfondire le notizie che si possono rilevare
nella scheda museale dedicata
a questo ingranditore, in modo da raggruppare gli argomenti trattati
e le informazioni acquisite attraverso una discussione
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9519580
sul Forum del
Rollei Club e consentirne l'agevole consultazione.
Intorno
alla metà anni
scorso secolo gli elevati costi di produzione scoraggiavano la
produzione di apparecchiature dedicate ad una specifica funzione. La
tendenza era quindi di dotare un corpo base di accessori tali da
consentirne l'impiego anche per scopi ben diversi rispetto a quello
fondamentale e prevalente. Questa circostanza spiega la proliferazione di
accessori che consentono l'uso di un corpo Rollei per lavori estranei
alle normali esigenze di un fotoamatore e anche di un professionista
di cerimonie o di reportage.
Anche gli apparecchi
non professionali di ingrandimento erano progettati in modo da
consentire il razionale trattamento di negativi di vario formato,
eventualmente con l'impiego di accessori dedicati.
L'ingranditore
Durst 609 risponde appieno a queste esigenze.
Già nella
configurazione base, secondo i dati rilevabili sul
coperchio di chiusura del frontale
è utilizzabile
come ingranditore per il formato 6x9, allora abbastanza diffuso per
la presenza sul mercato di apparecchi di alto livello come la
Bessa II Voigtlander e la Super
Ikonta Zeiss Ikon e come proiettore per diapositive 6x6, già con
un'ottica da 105 mm. Si chiarisce che il massimo fattore
d'ingrandimento è con tale ottica pari a 6 diametri e quindi sufficiente per ricavare
un classico 30 x 40 da un negativo 6x9, pur con qualche ritaglio.
In corso di
produzione il
coperchio è stato modificato
in modo da
consentire l'uso di speciali filtri per il colore (ma un
frequentatore del nostro Forum, pur non disponendo del coperchio
modificato, ha risolto il problema appoggiando i
filtri sopra il condensatore).
Il
portanegativi in dotazione
può
alloggiare, per la presenza di apposite
antine
che delimitano il campo utile e di guide ai lati
pellicole del tipo 120 e di larghezza
inferiore, per qualsiasi formato utilizzabile. All'epoca infatti
erano sul mercato apparecchi che dal rullo 120 consentivano di
ricavare 16 fotogrammi 4,5 x 6 ed era di uso corrente la pellicola
127. Ovviamente era diffuso l'uso della pellicola da 35 mm.
Ma l'apparecchio era stato pensato
anche per la stampa delle foto 6x6 poiché la Rollei era diffusissima
e veniva considerata come lo strumento ideale per i
fotoamatori. Per render più agevole l'uso del formato quadrato erano
fornite anzitutto due
cornici
metalliche
da collocare nel portanegativi in
sostituzione dei vetri. Riusciva così più agevole la rimozione
della polvere. Peraltro il limite d'ingrandimento di sei diametri
impediva di ottenere il formato 30x40, allora in voga.
All'inconveniente si poteva ovviare montando un obbiettivo di 75 mm.
All'insufficiente tiraggio del tubo telescopico di messa a fuoco si
poteva poteva ovviare montando l'ottica da 75 mm su
apposito
raccordo con rientranza.
Nella foto si vede al centro un
raccordo con rientranza assai più pronunciata, destinato a ricevere
obbiettivi da 50 mm, indispensabili per consentire la stampa al
formato 30x40 partendo da un negativo 24x36 . E' interessante notare
che il raccordo per 50 mm, a differenza di quello per 75 mm, reca
una filettatura 39/1, la stessa delle
ottiche leica.
E' quindi possibile utilizzare
qualsiasi obbiettivo compatibile, come si vede dalla foto che mostra
un grandangolo da 35 mm di produzione russa. Per l'impiego di
ottiche aventi il passo standard per gli ingranditori viene fornito
apposito
raccordo a forma di tronco di cono
che ha il pregio di render più
agevole la manovra del diaframma
all'interno della piastra
rientrante.
Per l'impiego di fotogrammi in
striscia 35 mm viene fornito
uno speciale
portanegativo che ha la
finestrella del formato 24x36, senza vetri. Si notano i due oblò
con protezione rossa, destinati a consentire la lettura del numero
che distingue i vari fotogrammi nella striscia 35 mm.
Per un migliore sfruttamento della
sorgente luminosa con la focale di 50 mm viene fornito
un elemento aggiuntivo
da applicare sul condensatore
originale.
Altra possibilità del versatile
apparecchio è l'uso come
proiettore per diapositive 6x6
A tal fine viene fornito apposito
obbiettivo di lunga focale
un
neotar 240
ed una slitta
portadiapositive
Chi tiene all'integrità delle proprie preziose
diapositive farà bene peraltro a munirsi di un proiettore con
ventola di refrigerazione o di un
visore 6x6 come
quello in mostra nel nostro museo
virtuale.
Questa scheda di approfondimento era in linea
da qualche giorno quando un amico ha diffuso, attraverso il Forum,
le notizie che di seguito riporto:
".... la produzione del 609
propriamente detto cessa in realtà, secondo le mie risultanze, nel
1971, quando viene sostituito dal diretto discendente S609. E poi
non distingue, per esempio, tra le due versioni del 609 che abbiamo
avuto modo di vedere in questa interessantissima discussione.
Il 609 viene presentato dalla Durst in occasione della Fiera di
Milano nell'Aprile 1950, e rimane in produzione praticamente
immutato, a parte il rinnovo della grafica della placca frontale e
l'adozione di un nuovo portanegativi (Adanev, in luogo del
precedente Adang), fino al 1962, quando viene introdotta la versione
dotata del cassettino portafiltri, che per inciso è preso "di peso"
dal Durst 606, già in produzione da qualche anno. Un'altra lieve
modifica ha luogo intorno al 1966, con l'adozione di un ripiano
rivestito in laminato plastico bianco (fórmica) in luogo del
precedente in multistrato di legno verniciato col flatting.
Nel 1971 viene introdotta la versione S609, che adotta una colonna
singola del tutto simile a quella dei coevi F30/F60, un nuovo
sistema di regolazione della lampada, ora attuato dal retro della
testa, ed un nuovo portanegativi, per quanto sempre compatibile con
vetrini e mascherine AUDA/AUMET. Abbandona inoltre il classico
colore grigio martellato per passare ad un grigio-azzurro pastello."
Come vecchio amatore che ancora ricorda fra i momenti più belli
quelli trascorsi in camera oscura non posso che rallegrarmi di
questo interesse per gli ingranditori. Vedrete che questo scritto
avrà un seguito.
Altair
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