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Il sogno di ogni uomo è rinnovarsi rimanendo sempre se stesso e ritrovare gli oggetti a lui noti, che gli sono stati compagni di momenti sereni, risorti a nuova vita, belli come una volta ma sempre più efficienti e pronti ad assisterlo ancora.

Sul numero di dicembre 2003 di Fotografia Reflex ho visto qualcosa che mi ha lasciato un attimo confuso e poi mi ha fatto desiderare di saperne di più: era raffigurata una Leica vera, simile ad una M6 con Summilux se non Noctilux, ma il titolo della finestrella parlava di Digilux II.

Per farla breve: sta per uscire una Leica digitale che è anzitutto una Leica, nelle forme classiche e nella docilità al volere dell’operatore.

Già ne parlo, con riserva di approfondimento, nella pagina Rollei e il resto del mondo, dal momento che sono entrato in possesso di quella meraviglia ma  voglio sottoporvi una divagazione folle, su un apparecchio virtuale che probabilmente non vedrà mai la luce.

Immaginiamo un corpo Rollei 35, senza modifiche dimensionali e realizzato con gli stessi materiali di pregio fino ad ora utilizzati.

Sostituiamo l’ottica, sempre rientrante e con messa a fuoco manuale, con altra di lunghezza focale adatta alle dimensioni del sensore, zoom corrispondente a un 28/90 sul 35 mm, da manovrarsi a mano, per avere una marcia in più da utilizzarsi con criterio, non un inutile cannocchiale che dà inevitabilmente immagini mosse e sfuocate. Diamo però la possibilità di farci assistere da un sistema autofocus.

Conserviamo le due rotelle frontali con regolazione di tempi, diaframmi, sensibilità della pellicola.

Aggiungiamo una posizione di automatismo  a priorità di tempi, di diaframmi e programmato.

Conserviamo la slitta per il flash esterno collocata sotto l’apparecchio e sfruttiamo il riquadro del mirino per un piccolo lampo interno.

Sistemiamo sul retro un display, indispensabile anche per gestire l’elettronica ma dotiamo l’apparecchio di un mirino elettronico, direttamente collegato al sensore e quindi tale da evitare ogni possibile errore di parallasse.

Garantiamo l’alimentazione mediante una coppia di AA, usa e getta o ricaricabili, in modo che l’apparecchio possa sempre contare su una riserva di energia a basso costo e soprattutto non dipenda da  una batteria dedicata, suscettibile di sparire  dal mercato  proprio quando quella di dotazione ha ormai terminato la sua vita operativa.

Non esageriamo in megapixel … 4.000 bastano e ne avanza, tanto è inutile realizzare files di immagine enormi che poi devono essere alleggeriti.

Che ne dite di questo sogno? E soprattutto, che ne dice la Rollei Fototechnic GmbH?

A Solms devono aver fatto i loro conti.

Forse anche a Braunschweig farebbero bene a seguire la stessa strada.

Altair