Anche la Rivista Fotografare
ha dedicato ampio spazio alla RD1. Sul numero di marzo 2005 vi è un
articolo di Lucio Valerio Mandarini, all'altezza delle tradizioni di
questo periodico, dedicato appunto
alla RD1. Le illustrazioni sono esaurienti ed originali, i dati
tecnici completi.
E' interessante la finestra
relativa al software di corredo, in ordine al quale fino ad ora
nessuno è andato oltre al generico dato circa la fornitura di un
applicativo, autonomo e quale plug-in per Photoshop, per la
conversione dei files in formato Raw.
Confesso che fino ad ora non ho
avuto il tempo e neppure la voglia di dedicarmi all'argomento. In
effetti, quale fotografo tradizionale sono portato a impegnarmi
maggiormente nella fase di ripresa e per principio limito gli
interventi in postproduzione al ritaglio, di rado arrivo a regolare
luminosità e contrasto e solo eccezionalmente modifico la
prospettiva nei limiti di quel che si potrebbe ottenere inclinando il
corpo dell'ingranditore. Ma dovrò trovare il tempo per ampliare
le mie modestissime cognizioni in materia poiché, come apprendo dallo
scritto di cui vi parlo, l'applicativo consente di compensare la
caduta di luce ai bordi, per tutte le focali dai 12 ai 90 mm.
Viene così indirettamente
confermato che l'esito negativo delle mie prove con l'Heliar 15
Vogtlander corrisponde alla realtà e non è frutto di un mio errore o
di .. personale intolleranza.
Anche se il partner ideale è il
Tri Elmar (ma il Nokton 35/1,2 della Voigtlander per il ritratto dà
risultati incredibili in normali ambienti di abitazione, non
attrezzati con particolare illuminazione) le possibilità
d'impiego della RD1 vengono dunque considerevolmente ampliate.
Per il resto le opinioni
dame formulate .. a caldo e sulla base di un approccio dilettantistico
e non professionale trovano conferma nelle valutazioni di un
professionista del settore.
Si deve solo aggiungere che
non ho avuto l'impressione di una lentezza nella registrazione
dell'immagine, forse anche perché non sono solito scattare a raffica;
e poi la ricarica manuale dell'otturatore comporta inevitabilmente un
tempo morto non trascurabile. Ho invece constatato anch'io una lieve
tendenza alla sottoesposizione, ma solo per foto scattate alla scarsa
illuminazione domestica e con la massima sensibilità. Però la
compensazione cui ricorro abitualmente in condizioni di illuminazione
precaria è dell'ordine di mezzo stop e non di uno o due.
Una notazione occasionale:
l'autore dell'articolo apparso su Fotografare, per chiudere il lavoro
in tempo utile, ha fatto la sua prova con un Summicron 50 nero
procurato da un fotonegoziante che si può facilmente individuare dal
nome riportato nell'editoriale. Altair ha avuto agio di sbizzarrirsi
nell'impiego dei più vari obbiettivi e ancora non ha finito di giocare
con gli accoppiamenti. Di questo darà notizia a breve nel suo sito
personale dove le divagazioni al di fuori dell'universo Rollei sono
più comprensibili che nel sito del Rollei Club. Al momento opportuno
sarà riportato il link diretto alla pagina.
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