Una
doverosa premessa: tutte i miei scritti relativi ad apparecchi
fotografici prendono le mosse da esperienze su oggetti di mia
proprietà o che ho potuto usare a lungo.
Mi sono imposto questa regola che limita l’ambito delle mie
osservazioni ma conferisce loro la genuinità consentita dalla concreta verifica. Così il parallelo
che mi accingo a svolgere viene condotto
fra apparecchi in mio possesso, una normalissima Minox
35 GT,
una versione celebrativa della
Rollei 35, denominata
Silber
(che
però si distingue da quella normale solo per il colore argenteo e per
l'incisione sul frontale di una poco probabile corona di alloro) e
ancora una Rollei 35
Classic titanio.
Evito di proposito di prendere in esame le
varie versioni della Rollei 35 limitandomi a rinviare agli scritti di
Angelo Derqui sul n. 16 di Classic Camera e di Max Bertacchi sul
numero 1 del Bollettino del Rollei Club e procedo al confronto
anticipato nel titolo.
Rollei 35 e Minox nascono col
proposito di offrire un apparecchio di qualità elevata, capace di
ottimi risultati, che per l’ingombro possa essere
custodito in
un taschino.
Le due macchine
sono ancora insuperate nel formato 24x36 per ingombro e peso ridottissimi e qualcosa di meglio sotto tale profilo è
stato realizzato, nel peso, non anche nell'ingombro, grazie a tecnologie
costruttive un tempo ignote, solo con la
Olympus
m
II che è però un’automatica integrale e nulla concede alla creatività
dell'operatore, se
non la forzatura del flash o la sua esclusione.
Le dimensioni sono
quelle minime indispensabili per alloggiare la cornicetta del fotogramma 24x36, il
caricatore e la bobina di avvolgimento pellicola e sono quindi
pressoché identiche: la Rollei guadagna qualche millimetro in
larghezza e lo perde in altezza e profondità. Il peso della Minox è
inferiore ai due etti mentre la Rollei 35 fa segnare 350 grammi,
sempre molto meno di una
Vito B, tanto per fare il confronto con una
delle “piccole” allora in voga (assai più economica nella versione
base, meno in quelle più sofisticate, delle quali prima o poi vi
parlerò).
Ma una Vito B non può trovare posto in un
taschino per il notevole ingombro dato dall’obbiettivo, al quale
fra l’altro non è data altra protezione che la
borsa pronto.
Ma torniamo alle due fotocamere oggetto di
questo scritto.
La Minox
GT segue la classica costruzione delle folding e quindi in posizione di
riposo l’ottica è protetta dal frontale e rientra nel corpo macchina.
Per la Rollei 35 l’obiettivo è invece collassabile, come il classico
Elmar Leitz e tale caratteristica conferisce all’apparecchio un
aspetto
professionale che piace agli appassionati.
La protezione è data da un bel tappo che purtroppo va facilmente
perduto.
Ma il confronto riesce più interessante se
svolto in base alle caratteristiche operative.
Forse non tutti sanno che il progetto (non il design) è, per Rollei 35
e Minox,
opera di Heinz Waaske; se volete saperne di più leggete il libro di Ulrich Vogt Kameras fur Millionen .. e se non sapete la lingua di
Goethe acquistatelo ugualmente e guardate le immagini. Le due macchine
hanno però ben poco di simile, forse solamente il dorso a cassetto e
il sistema di chiusura dello stesso.
Per la Rollei 35 otturatore e diaframma (a iride con sei lamelle)
vengono regolati dall'operatore e l’esposimetro incorporato dà una
mera indicazione che deve essere interpretata. In mancanza di batteria
viene a mancare questo aiuto ma l'apparecchio può
ugualmente essere utilizzato.
La Minox
richiede la regolazione manuale del diaframma (a due sole lamelle
contrapposte). L’elettronica imposta poi automaticamente il tempo di
esposizione, lo segnala nell'ambito da 1/30 a 1/500, pone in rilievo la sovra
o sottoesposizione. L'operatore può soltanto disporre il raddoppio del tempo. Se la batteria è
scarica o mancante l’apparecchio può essere usato solo come oggetto da
vetrina. Tale
limitazione diviene ben più grave per l'irreperibilità di batterie
contenenti mercurio, come appunto la PX 625 da 1,35 volts prevista per
la Rollei 35
e la PX 27 da 5,6 volts, prevista per la Minox.
La sostituzione
può avvenire con batterie alcaline o all'ossido
d'argento le quali però hanno una tensione
leggermente maggiore ed una diversa curva di scarica. Per la Rollei
35 il problema può essere risolto in vari modi, come riferisce Max Bertacchi a pag. 25 del Bollettino n. 1 del Rollei Club Italia, con
speciali batterie allo zinco, costose quanto rare oppure con interventi sul
circuito di alimentazione o ancora con apposito adattatore. Suggerisco
però una soluzione migliore e definitiva: basta ignorare il problema. Vi posso
assicurare che con una normale PX 625 all'ossido di argento da 1,5
volts l'esposimetro della Rollei 35 funziona perfettamente e i dati forniti
sono pressoché identici a quelli indicati dallo strumento della Leica
M6 o della Rollei FW. E poi la lettura di un esposimetro, anche ben più
sofisticato, va pur sempre interpretata e presa come un mero
suggerimento. Invero un rolleista non ha grossi problemi a
determinare la giusta esposizione con la regola del 16 e solo nei casi
dubbi consulta l'esposimetro incorporato o uno esterno o magari
sfrutta un apparecchio di appoggio, sempre con la riserva di fare poi
di testa propria.
Per la Minox
l’unica soluzione è invece quella di far tarare il circuito per consentire
l’uso delle batterie ora in commercio ma la validità del risultato può
essere verificata solo dopo lo sviluppo poiché l’ago che indica il
tempo è anch’esso influenzato dalla corrente fornita dalla batteria.
Il pulsante di
scatto della 35 consente l’uso dello scatto flessibile o di un
autoscatto
meccanico;
ciò non è
possibile con la Minox la quale dispone però di autoscatto elettronico.
La scala dei
tempi per la 35 va da ½ a 1/500 di secondo, mentre la Minox offre in
teoria tempi da 1/500 a 8 secondi.
Dico in teoria poiché l'unica indicazione
dello strumento è che l'otturatore dà un tempo inferiore a 1/30, non
si sa di quanto. Non sono quindi in pratica fruibili, se non a prezzo
di prove con diaframma più aperto e di calcoli non sempre possibili, quei tempi di
1/15, 1/8 o 1/4, così utili per dare l'impressione di movimento dell'acqua
e suscettibili d'impiego se non a mano libera con un appoggio di
fortuna.
Le due ottiche
hanno una resa superiore a quel che si può ragionevolmente richiedere
per apparecchi così piccoli.
La Minox monta
un Minotar 35/2,8 mentre la Rollei 35 ha un Sonnar 40/2,8.
Il campo di
ripresa è in pratica lo stesso, almeno per quanto può apprezzarsi nel mirino.
La
Rollei 35 ha una
costruzione assai più robusta, che comporta un maggior peso.
La Minox ha
l’avanzamento pellicola con doppio movimento e questo fa tanto Leica
M3 primo tipo ma comporta il rischio di doppie esposizioni parziali e
blocchi se lo scatto viene premuto dopo il primo movimento (è accaduto più
volte ..... a mia moglie). Il meccanismo di caricamento è forse troppo
semplificato e in qualche caso ha dato luogo a blocchi o
malfunzionamenti. Nella 35 il pressa pellicola sul dorso garantisce
invece una
carica agevole e sicura .
Quali possibili
concorrenti "meccaniche" delle due macchine in oggetto, si devono ricordare due
folding,
Vito I I A
e
Retina II
S
non molto dissimili per l’ingombro una volta chiuse ma assai più
pesanti.
Di queste fotocamere parlerò in uno
scritto dedicato alle macchine pieghevoli.
Altair
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