Il motto del Rollei Club Italia è
conoscere e usare le Rollei.
Conoscere senza alcuna pretesa di esaurire
l’argomento e col convincimento di avere moltissimo da imparare e poco
da comunicare.
Ma per ottenere un qualsiasi risultato si
deve avere il coraggio di rischiare una figura mediocre e così non ci
siamo mai tirati indietro; ogni volta abbiamo cercato di
documentarci, poi abbiamo messo ordine nel materiale acquisito e
infine abbiamo sommessamente espresso la nostra opinione.
A questa linea operativa si è ispirato il
nostro Presidente quando ha dedicato un impegno notevole alla
redazione di una
tabella dei numeri di matricola delle Rollei
biottica, cercando di andare oltre al mero riferimento alla
denominazione commerciale. Per tutti i modelli vengono infatti
indicati la sigla di produzione, le caratteristiche dell’ottica di
ripresa, il tipo di otturatore, il periodo di produzione, il numero di
esemplari prodotti.
E ancora senza pretesa di completezza, per
alcuni modelli sono state fornite informazioni specifiche come la
presenza del dispositivo tasto, le lenti del pozzetto orientabili, il
pozzetto sfilabile.
E poi, dopo che la tabella era in rete da
parecchi mesi, è iniziata, con la collaborazione di Altair e con
materiale fornito anche da altri soci, la redazione di
schede di
macchina ove le particolarità dei vari modelli possono essere meglio
precisate senza dover fare i conti con i limiti imposti da righe e colonne.
Il programma è quello di integrare le schede con fotografie
dell’apparecchio e con richiami a pagine di questo o altri siti.
Vorremmo sempre usare solamente immagini autentiche, di apparecchi
vivi e conservati dai
collezionisti e contiamo sulla collaborazione di tutti per evitare il
ricorso a … immagini di repertorio.
Siamo riusciti a suscitare qualche
interesse, come si desume dall’aumentato numero di visitatori, dalla
disponibilità dei soci a fornire materiale e anche da qualche critica
garbata che ha evidenziato l’esigenza di fornire dati più precisi in
ordine a taluni apparecchi.
Il nostro scopo è fornire dati
interessanti e soprattutto utili a coloro che amano le Rollei; le
critiche ci interessano particolarmente poiché servono a mettere in
luce le nostre manchevolezze. Ma prima di andare oltre nel lavoro (e
di prendere posizione su taluni aspetti che ci sono stati indicati
come meritevoli di approfondimento) dobbiamo svolgere qualche
considerazione di indole metodologica.
In sostanza lo scopo della tabella e
delle schede ad essa collegate è consentire, a chi si trova in mano
una Rollei per la quale non ha precise notizie, di verificare il
modello e le principali caratteristiche, in una parola classificarlo.
E qui, per risparmiarci l’incombente di
ripescare le nozioni dai classici ci rifacciamo a Wilkipedia e
prendiamo come regola per il nostro lavoro i principi riassunti con
pregevole sinteticità alla voce tassonomia:
“Con il
termine tassonomia ( dalle parole greche taxis = ordine e
nomos = regole) ci si può riferire sia alla classificazione
gerarchica di concetti, sia al principio stesso della classificazione.
Praticamente tutti i concetti, gli oggetti animati e non, i luoghi e
gli eventi possono essere classificati seguendo uno schema
tassonomico. La tassonomia è la scienza che si occupa genericamente
dei modi di classificazione (degli esseri viventi e non). Per
classificazione si intende la descrizione e la collocazione in un
sistema tassonomico di una entità, mentre per determinazione si
intende il riconoscimento o l'identificazione di un soggetto.
Soprattutto in ambito scientifico (es. botanica, zoologia) è
importante non confondere questi termini.”
Pur senza preoccuparci di richiamare i
principi della ricerca scientifica anche noi abbiamo fino ad ora
descritto e collocato in un sistema tassonomico le Rollei biottica al
fine di consentirne l’identificazione.
La tabella si presenta come contenente i
numeri di matricola ma la classificazione non è avvenuta in base a
tali numeri: distinguere le Rollei con matricola pari da quelle con
matricola dispari, con matricola superiore o inferiore ad un certo
numero, con matricola che corrisponde a un numero primo e così via
sarebbe possibile e forse divertente ma quasi sempre inutile.
La classificazione potrebbe anche aver
luogo per anno di produzione, per tipo di obbiettivo, per numero di
esemplari prodotti, ma anche in questo caso non forniremo uno
strumento pratico.
È bene non dimenticare l’insegnamento di Guglielmo di
Ockham, entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem (non
moltiplicare gli elementi se non per quanto è necessario) e ancor più
chiaramente frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora (è
inutile fare con più ciò che si può fare con meno); ai nostri fini è
sufficiente classificare le Rollei in base alla sigla di produzione e
aggiungere per ciascun modello così individuato alcuni dati fissi ed
altri eventuali di particolare interesse.
Questo è stato fatto, sia pure con taglio
pragmatico, nella tabella pubblicata in questo sito ove si stabilisce
una corrispondenza biunivoca tra i numeri di matricola e le sigle di
produzione e viceversa.
Non ci siamo dimenticati dell’insegnamento
di Derqui (pag. 39 del Pocket Book) che la classificazione in base a
varianti di uno stesso modello è un’invenzione dei collezionisti
poiché il costruttore si limitava ad apportare le modifiche suggerite
dal mercato ed anche, almeno nell’immediato dopo guerra, dalle
disponibilità di magazzino.
In qualche caso ci siamo arrischiati a
compiere una classificazione all’interno della stessa sigla, altrove
abbiamo raggruppato sigle di produzione contigue ma identificabili.
Ricercheremo la maggior precisione
con un’opera di … spuntinatura tanto per usare un termine caro ai
fotoamatori.
Una opportuna considerazione:
nell’universo Rollei i dati relativi alle sigle di produzione e ai
numeri di matricola sono a disposizione di tutti (non così i numeri di
matricola delle ottiche, per i quali non abbiamo fino ad ora potuto
soddisfare la nostra curiosità).
La nostra tabella, con la corrispondenza
sopra richiamata, fornisce quindi dati generalmente accettati.
Questo non esclude che si
possano trovare apparecchi che smentiscono qualche elemento in
precedenza accettato.
Di tale
evenienza dobbiamo farci carico. Per non appesantire la tabella ci
limiteremo a segnare un punto di domanda a fianco del dato che
merita di esser rivisto. Tale punto vale come link ad altra o altre
pagine in cui l'argomento viene approfondito.
Un’ultima notazione: il fenomeno dei falsi
che affligge i collezionisti Leica e obbliga a guardare con diffidenza
i numeri di matricola è estraneo all’universo Rollei, verosimilmente
perché le numerose copie di biottica hanno proprie caratteristiche
base e non si presterebbero ad un camuffamento.
Anche per questo la correlazione tra i
numeri di matricola e le sigle di produzione fornisce elementi certi
all’appassionato della Rollei biottica.
Non è invece raro il fenomeno degli ibridi
creati in laboratorio o grazie alla passione di qualche dilettante che
ha voluto cimentarsi in un lavoro di precisione.
È accaduto che per impiegare ancora la
fida biottica senza sostituirla con apparecchi più moderni, si è
provveduto a sincronizzare l’otturatore per l’impiego del flash,
magari con risultati deturpanti.
Non sono mancati casi di sostituzione del
dorso per consentire l’uso della pellicola 220 in luogo del classico
rullo 120.
Ancora il pozzetto fisso è stato
talvolta
sostituito con un più moderno pozzetto sfilabile.
Di qualche risultato particolarmente
gradevole cercheremo in futuro di dar conto in altra pagina.
Roberto
Mirandola
ALTAIR
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