Il mercato degli apparecchi
fotografici, come di tutti i prodotti della tecnica, è in prevalenza
di sostituzione, in misura ridotta di consumo (apparecchi usa e
getta) e in minima parte di collezionismo.
I produttori devono quindi
inventare sempre qualcosa di nuovo per indurre il consumatore a
ulteriori
acquisti. E poiché l'innovazione non è dietro l'angolo si
ricorre non di rado a trasformazioni apparenti che dietro la facciata celano
particolari già da tempo in produzione, per i quali i costi iniziali
sono stati ammortizzati e i difetti di gioventù eliminati.
La Cosina, proprietaria fra
l'altro del mitico marchio Voigtlander, ha seguito, con la
Bessa, la diversa linea di utilizzare in modo palese una base
conosciuta e modificarla in configurazioni sempre nuove, in modo da offrire
all'utente, oltre alla tranquillità dell'acquisto di un prodotto in
gran parte già collaudato, la possibilità di personalizzare i propri
strumenti operativi, completando il nuovo prodotto con
particolari da tempo in uso.
E' noto che il punto di partenza è
un corpo reflex di fascia bassa, commercializzato con zoom 28/70
per una somma modesta. Viene eliminato il meccanismo di
sollevamento dello specchio e installato un attacco 39/1 che
consente l'uso di tutti gli obbiettivi Leica con passo a vite
(col solo limite dell'ingombro posteriore, di cui si dirà in seguito).
Vengono creati due nuovi obbiettivi, da 15 e 24 mm, tali da offrire
una profondità di campo che rende superfluo l'uso del telemetro; non
viene incorporato alcun mirino, atteso che in ogni caso tali
ottiche ne avrebbero richiesto uno dedicato. Viene installato un
esposimetro con lettura TTL di buona precisione. Si offre una
borsa in materiale gradevole e solido, atta a contenere l'apparecchio
con il mirino pur se le dimensioni sono modeste e la forma elegante.
Nasce così, nell'anno 1999, la
Bessa L, dedicata agli appassionati che vogliono qualcosa di diverso
rispetto alla solita reflex. Nella
semplicità essenziale è tuttavia presente l'autoscatto (che non serve a
nulla ... fino a quando non se ne avverte la mancanza), il sincro
flash a 1/125, migliore rispetto a molti apparecchi reflex a tendina
ed alla Leica M6, il tempo minimo di posa pari a 1/2000.
L'apparecchio mi ha dato buone
soddisfazioni, sia con l'ottica dedicata da 15 mm,
sia col
Summaron
35/3,5 Leica che offre una profondità di campo tale da non far sentire
la mancanza del telemetro.
In qualche caso ho utilizzato anche
l'Elmar Leica 90/4
e
lo Jupiter 11 135/4,
ovviamente per foto
panoramiche con messa a fuoco sull'infinito. Come mirino ho usato
quello dedicato per il 15 mm; per il 35 mm ho usato un mirino di
produzione russa, molto bello e luminosissimo; per le altre focali ho
usato un mirino a revolver, sempre di fabbricazione russa, molto
pratico poiché alle focali maggiori avvicina l'oggetto, con effetto
cannocchiale anziché restringere il campo.
Nel
2000, fa la sua comparsa la Bessa R con telemetro accoppiato e attacco obbiettivi
sempre a vite 39/1. I led dell'esposimetro con lettura TTL sono
ora visibili all'interno del mirino anziché sul top
dell'apparecchio. Per il resto le caratteristiche rimangono
immutate, compreso il restringimento a tergo dell'attacco a vite che
non consente l'impiego delle ottiche Leica collassabili e neppure di
obbiettivi dal funzionamento egregio come il Russar 20/5,6 e lo
Jupiter 12 35/2,8. Ho arricchito la mia dotazione con un
Color Skopar
35/2,5,
un Ultron 28/1,8,
un Apo Lanthar 90/3,5
tutti di produzione
Cosina e per la focale di 50 mm ho usato lo
Jupiter 3, 50/1,5 (il Summilux dei poveri, ma va a meraviglia)
e lo Jupiter 8, 50/2, di produzione russa. Il limite dell'apparecchio è
dato dalla
ridotta base telemetrica, di circa 40 mm contro i 69,5 della Leica M.
Nelle riprese con focali lunghe occorre quindi molta attenzione poiché
misure affrettate possono dare risultati non precisi. L'apparecchio,
usato con la consapevolezza di questo limite, mi ha
dato notevoli soddisfazioni e in pratica l'ho alternato alla Leica M.
Qualche mese ancora e vede la luce
la Bessa T, con telemetro le cui finestre ricordano le Leica a vite e
priva di mirino. Ma la vera novità è la sostituzione dell'attacco a
vite con una baionetta Leica M. Scompare l'autoscatto, verosimilmente
per incompatibilità dimensionale con il bottone di sblocco della baionetta. Ma poco
dopo nasce la Bessa R 2, anch'essa con attacco a baionetta M, che consente
l'uso di tutte le ottiche Leica non collassabili, ivi incluse quelle a
vite con l'apposito raccordo, dotata di mirino ottico con cornicette interne.
Queste però devono essere attivate manualmente, pur se la stessa Cosina fornisce gli
anelli di raccordo adatti per le varie focali, perfettamente compatibili con la
Leica M dove attivano automaticamente la cornicetta giusta.
La saga della Bessa è ben lontana
dalla conclusione: pochi mesi e viene annunciata la Rollei 35 RF con
ottiche by Rollei fra le quali spicca un Sonnar 40/2,8, lo stesso che
come ottica fissa equipaggia le versioni più raffinate della Rollei 35.
E' interessante notare che le focali standard per le quali sono
predisposte le cornicette del mirino sono ora 40, 50 e 80 e
francamente non vedo la grande utilità di un 50 mm quando il 40, sia
pur meno luminoso, può
tranquillamente fungere da ottica base. Sicuramente le specifiche sono
state adeguate agli standard Rollei e purtroppo è stato adeguato anche
il prezzo che, in kit con il Sonnar 40, supera quello di un corpo
Leica M7.
Non ho esperienza su questa Rollei
(che per vero non ho mai visto nei negozi, quasi il prezzo faccia
paura anche ai rivenditori). Probabilmente la miglior finitura e lo
standard qualitativo più elevato fanno la differenza, ma certo una
Bessa R2 costa meno della quarta parte, un fotoamatore evoluto ha
sempre disponibile qualche ottica di alto livello con vite o baionetta
Leica e comunque un Summicron 35/2 asferico non copre la differenza di
prezzo pur se è ancora da dimostrare che qualsiasi altro obbiettivo
possa risultare migliore.
Ma anche questa versione, cui auguro il
miglior successo che varrebbe a dimostrare quanto il nome e la
qualità Rollei possano pesare sul mercato, è ben lungi da
rappresentare un punto d'arrivo.
Sul numero di
marzo 2004 di Fotografia Reflex, a pag. 23, si parla di una
realizzazione congiunta – Epson – Cosina, in pratica un
apparecchio digitale che utilizza il corpo della Bessa R 2 e
consente l’uso dei classici obbiettivi Leica a baionetta e, con l’apposito anello di raccordo, di quelli a vite.
Anzi l’immagine mi sembra palesare la presenza di un Summaron
35/3,5, meravigliosa ottica che ogni tanto uso con massima
soddisfazione. Non si hanno altri particolari ma la notizia è di
quelle che fanno intravedere un futuro che realizza, almeno in
parte, il sogno di tutti i fotoamatori, di montare un rullino o un
dorso speciale sul proprio apparecchio tradizionale, in modo da
usufruire di entrambe le tecnologie e soprattutto, e questo
interessa maggiormente i fotoamatori, continuare l’uso di quegli obiettivi
meravigliosi che vincono la sfida con le ottiche moderne.
Sul numero di maggio della
stessa Rivista possiamo leggere ulteriori notizie che in parte gelano
l'entusiasmo poiché il sensore
da 6 milioni di pixel ha dimensioni inferiori rispetto al classico
fotogramma da 35 mm e pertanto le ottiche tradizionali possono
essere utilizzate con una notevole perdita angolare e in pratica un 28
mm si comporta come un 40 mm su un normale apparecchio 35 mm. Utili
saranno sicuramente i due obbiettivi con i quali è
stata lanciata la Bessa L poiché il 15 mm equivarrà ad un 20 mm
e il 24 ad un 32. Però questi obbiettivi mancano della ghiera di
collegamento al telemetro e perciò la messa a fuoco andrà effettuata
ad occhio o sul display, presente pur se a scomparsa totale. Non mi
stupirei se la rapidità progettuale della Cosina completasse la
dotazione con ottiche dedicate, magari zoom poiché il display può
risolvere i problemi di inquadratura ed anche di messa a fuoco per le
ottiche non assistite dal telemetro, Siamo
dunque sulla strada di realizzare un dorso che consenta di alternare il
digitale all'analogico, anche se il dorso è in sostanza l'intero corpo
macchina.
La linea operativa è sempre quella
di privilegiare l'uso dell'esistente e mutare solo
l'indispensabile.
Così l'otturatore è completamente
meccanico a tendina verticale con sincronizzazione a 1/125 e tempi da 1 a
1/2000, in modo da offrire il completo controllo dell'apparecchi; manuali sono anche la messa a fuoco assistita dal telemetro e
l'esposizione. L'apparecchio però dipende pur sempre dalle batterie
poiché ovviamente il sensore deve essere alimentato e così i circuiti
per la memorizzazione su scheda (che sembra sia la pratica e diffusa
SD, la stessa montata sulla Dk 3000 e sulla Digilux II).
L'anteprima sul prezzo è
abbastanza da brivido poiché si parla di circa 3.000 euro, magari
giustificati dalla novità del progetto ma certo non pochi.
Così la Bessa conferma la propria
versatilità e l'attitudine ad appagare nel fotoamatore quella volontà
di costruirsi un apparecchio su misura dei propri gusti.
E domani?
Sognare non costa nulla e così
anche Altair ci prova: non dovrebbe essere difficile rendere
rimovibile l'attuale dorso della Bessa R2 analogica. Sarebbe così possibile
offrire come accessorio un dorso atto ad ospitare un normale
caricatore ma fornito di volet a protezione del fotogramma esposto o
pronto per l'esposizione e, come ulteriore possibilità, un
dorso digitale, sul tipo di quello che sarà commercializzato per la
Leica R8, magari dotato di sensore 24 x 36. Se poi un simile corredo
fosse targato Rollei il prezzo, sicuramente non modesto, sarebbe forse
più accettabile.
E se un sogno del genere
diventasse realtà con partenza da un corpo Leica M7 o MP?
Questo auspicio, condiviso
sicuramente da molti appassionati di fotografia viene indirizzato a Braunschweig e a Solms,
con la speranza che venga letto da chi può operare e non solo
immaginare.
Ma
la Cosina passa rapidamente dall'anteprima alla commercializzazione:
la nuova Bessa elettronica, di cui a marzo era stata data l'anteprima
sulle riviste del settore, ha assunto il nome di Epson RD1 e sta per
giungere in Italia, regolarmente importata, al prezzo che vi era stato
anticipato. Le prime consegne sono previste per il ottobre - novembre
2004. Ho opzionato (migliori indicazioni nei links del mio sito
personale) uno dei primissimi esemplari e così spero di potervi fare
avere una prova vera, frutto di esperienza personale, sia pure con i
limiti del parco ottiche a mia disposizione, entro la fine dell'anno
2004. Il futuro è sempre ricco di prospettive anche se gli anta non
sono pochi.
E così, il 2 gennaio 2005, posso
finalmente parlarvi della Epson RD1, non
sulla base di notizie o immagini raccolte sulla stampa o su Internet,
me per esperienza personale poiché questa nuova nata è entrata a far
parte della mia raccolta.
Ma alla fine
dell'anno 2005 vi posso dare un'anteprima
della nuova nata che reca il nome glorioso Zeiss Ikon e fa sperare per
il futuro del 35 mm, derivata tuttavia dall'idea Bessa.
Altair
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