Rolleiflex SL 35 E

 


Rolleiflex SL 35 E

 

 

 

 

La macchina destinata a rappresentare la vera rottura con il passato ed a lanciare un ponte verso il futuro grazie ad un progetto realmente innovativo fu la SL35 E nata nel 1978. Siamo già in presenza di una reflex moderna, completa, affidabile, modulare, ovvero una piccola ammiraglia del settore Reflex 35mm semi-professionali. Vi confesso oggi che prima di essere roso dal tarlo Rolleiflex io ero un cosiddetto “Pentakista” e la macchina che per me rappresentava il massimo assoluto nel settore delle reflex 35mm professionali degli anni ‘80 era indubbiamente la Pentax LX. Sognai a lungo questa macchina ed alla fine sbancai le mie finanze per averla nuova. Ricordo che la preferii dopo lunghi confronti a Canon F1 - Nikon F3 - Leica R4. Ancora oggi, dopo più di 20 anni sono convinto che la mia scelta fu assolutamente corretta ma…… Dopo aver usato e conosciuto la SL35 E devo ammettere che, nei miei confronti, avevo trascurato una macchina davvero eccellente, totalmente all’altezza!

 

 

Questa macchina era già in grado di competere ad armi pari in quanto dotata di un’elettronica moderna ed affidabile, unita ad una meccanica raffinata il tutto  ospitato da un corpo elegante, leggero e di piccole dimensioni come si usava all’ epoca. Sono assolutamente convinto che un’accurata politica commerciale ne avrebbe fatto un vero best seller; ma è evidente che i mali attuali della Rollei vengono da lontano…..-

Venduta la mia vecchia e cara LX, unicamente a causa di mali congeniti a tutte le LX (leggi ammortizzatori specchietto) più volte curati a caro prezzo, oggi uso con vero piacere la SL35 E che possiedo da circa 3 anni e che non mi ha mai dato altro che soddisfazioni. Giusto sotto Natale mi sono recato a Comacchio per fotografie in notturna e con temperature tra i –2 e –5 gradi; ebbene la macchina mi ha garantito un paio di rullini senza mai il minimo tentennamento. Ora ve la presento più da vicino.

 

Il corpo con il Planar 50/1,8 HFT pesa 760 grammi, quindi ben di meno degli 895 grammi della SL35 ME ma pur sempre segno di un corpo di solido metallo a tutela degli organi interni (il policarbonato non era ancora di moda).

La dotazione tecnica era un classico ovvero:

Esposimetro al silicio blu con lettura a tutta apertura secondo la modalità media compensata al centro, visione  dei dati per mezzo di una batteria di LED sulla sinistra con tutte le velocità base dell’otturatore ed in alto per mezzo di una finestrella a periscopio che legge i diaframmi sulla ghiera dell’obiettivo. Sono possibili sia il blocco della memoria che la compensazione dell’esposizione che la previsualizzazione della profondità di campo. Otturatore elettronico a 12 lamelle metalliche verticali da 16 sec. a 1/1000 con possibilità di tempi intermedi in continuo; notevole, l’otturatore può lavorare anche in assenza di alimentazione sulla velocità di sincro-flash 1/125 e sulla posa B. Esposizione manuale, automatica a priorità di diaframmi con tempi da 16 sec. a 1/1000 con variazioni in continuo; ed ancora, attacco per motore o winder, test batteria, autoscatto elettronico bloccabile, schermo di messa a fuoco intercambiabile. Mancano il pentaprisma e il dorso intercambiabili, ma per il resto, c’è tutto!

Anche su questa macchina, classicamente, tutti i comandi sono radunati sul tettuccio con la consueta razionale disposizione: a sinistra selettore delle sensibilità, comando per la staratura intenzionale e riavvolgimento rocchetto, tutti coassiali; poco più avanti levetta autoscatto e pulsante per il test batterie. A destra invece selettore dei tempi e dell’automatismo coassiale al pulsante di scatto, mentre leggermente staccati la sicura otturatore con l’attacco per il flessibile.

 Sul retro, poco sotto la leva di avanzamento c’è il selettore per lo sgancio rullino per il riavvolgimento ed al centro del dorso la taschina per il memo-film. Sul fondello due tappi a vite con la presa di forza del motore ed il vano batterie oltre ai contatti dorati per motore o winder. Anteriormente infine i consueti bottoni per la visualizzazione della profondità di campo e lo sblocco ottiche e, proprio alla base del pentaprisma, il LED rosso per funzionamento autoscatto e test-pile.

Pur con una vita produttiva abbastanza breve la Rolleiflex SL35 E fu prodotta, dal 1978 al 1981 in 118.250 unità che sommate alle 51.500 della “gemella ” Voigtlander VSL 3-E danno un numero notevole di macchine. Esse furono prodotte tutte a Singapore nelle due versioni, tutta nera o metallizzata. Per entrambe era disponibili un sistema completo, tra cui sia Motordrive ed Autowinder, flash dedicati ed accessori macro.

Era inoltre disponibile una nutrita serie di obiettivi, tali da coprire assolutamente qualsiasi esigenza. 

Questa macchina fu l’ultima di quelle che abbiamo arbitrariamente classificato come “Reflex Classiche” per differenziarle da quelle che abbiamo soprannominato “Reflex Moderne”; le prime contraddistinte da un design tutto sommato tradizionale le seconde invece dal design rivoluzionario al punto tale da farle soprannominare “Cubo reflex”.

Appartengono alle “Cubo” Reflex le SL 2000F, SL 3003 ed SL 3001 ma di queste macchine parleremo in una delle prossime occasioni. 

 

Roberto

 

 

 

Torna alla pagina iniziale

* * * *