Il filtro H1


Il filtro H1

 

 

La discussione è stata aperta in modo quasi casuale: un amico, proprietario di una Rolleicord, aveva acquistato su Ebay una coppia di filtri, giallo e H1.

In presenza di qualche difetto sulle diapositive il rolleista chiedeva chiarimenti sull'uso del filtro H1, sulla possibilità di effetti negativi, sulla differenza fra lo stesso e l'ultravioletto.

I pareri erano più o meno nel senso che qualsiasi filtro si deve usare solo se necessario.

Altair, uso a suggerimenti estemporanei, fondati su esperienze di giovane fotoamatore squattrinato, ha osservato:

a) che lo Xenar è adattissimo per il colore e non ha bisogno di filtri di sorta;

b) che il filtro H1 si può usare anche a protezione della lente anteriore dell'obbiettivo ma  se si dispone del copriobbiettivo se ne può fare tranquillamente a meno.

Questa uscita indubbiamente semplicistica e tale da poter essere presa come suggerimento a considerare il filtro H1 quale protezione fisica piuttosto che correzione ottica, ha indotto Hologon all'interessante precisazione che testualmente si riporta:

Franke & Heidecke consigliava l'uso del filtro H1 sui Tessar e Xenar nell'uso con pellicole a colori e affermava che con Planar, Xenotar e Sonnar non vi era bisogno di tale filtro, tant'è che non è mai stato prodotto nelle baionette 2 e 3. Non si tratta di un filtro di protezione, ma di un UV con frequenze di taglio differenti rispetti all'UV consueto, disponibile in tutte le baionette e consigliato da F&H per la fotografia in bianconero.

Lo stesso amico ha aggiunto queste informazioni:

C'è da fare un'altra considerazione: nei primi anni sessanta, quando F&H consigliava l'uso dell'H1 con Tessar e Xenar, le pellicole colore erano molto più sensibili alle frequenze ultraviolette della luce, non incorporando al loro interno strati a contrasto degli UV. Oggi le cose sono cambiate e la tendenza di Tessar e Xenar ad accentuare la componente UV della luce non è un gran problema: utilizzando queste ottiche senza filtratura con le moderne pellicole si ha una leggera tendenza ad avere colori più freddi, in particolar modo nei cieli, a grandi distanze e in ombra: la qual cosa può essere per certi versi anche positiva, basti solo pensare all'accentuazione della percezione soggettiva di nitidezza che dà una lieve 'freddezza' del colore.
 

Seguono alcuni suggerimenti, estranei all'argomento che si cerca di approfondire in questa sede, utili per verificare l'eventuale presenza di difetti nel filtro usato.

Altair ritiene utile fornire in questa sede qualche chiarimento per l'utilizzo dei filtri in genere con pellicole a colori e sulle caratteristiche del filtro H1 ed anche qualche precisazione di interesse collezionistico circa la produzione di tale accessorio.

E' noto che in alta montagna la componente UV è superiore rispetto a quel che accade a quote più basse. Gli UV hanno due effetti negativi sulla ripresa a colori. Se i raggi UV, invisibili al nostro occhio, non vengono filtrati i cieli risultano più saturi. Ma gli stessi raggi si raccolgono su un piano leggermente anteriore rispetto a quelli visibili al nostro occhio e la pellicola viene così a registrare un'immagine parassita, leggermente sfuocata, con perdita di nitidezza.

Il filtro H1 assorbe i raggi ultravioletti e quindi elimina gli effetti negativi. Lasciato in permanenza sull'obbiettivo non ha alcun effetto sfavorevole, attesa l'alta qualità del prodotto Rollei, e non richiede alcun aumento di esposizione.

E' però opportuno chiarire che il filtro H1 è un filtro contro l'ultravioletto che non richiede una maggiore esposizione e può essere utilizzato con pellicole a colori senza effetti negativi, ma non tutti i filtri contro l'ultravioletto sono  ... neutrali come il filtro H1 .

La spiegazione viene data alle pagine 127 e 128 del Libro Rollei di Walther Heering in una interessante tabella relativa agli effetti dei filtri sull'assorbimento della luce. Non mi azzardo a scansire la tabella e metterla in rete poiché non vorrei coinvolgere il Rollei Club in qualche problema di violazione del copyright  e mi limito a riportare i dati che interessano.

Lo spettro visibile va da 400 a 700 mm. Al di sotto è il campo dell'ultravioletto, al disopra quello dell'infrarosso. Il filtro H1 elimina completamente i raggi fino a 350 mm, gradatamente  quelli da 350 a 400. Il filtro ultravioletto elimina tutti i raggi fino a 400, gradatamente   quelli da 400 a 450. Il filtro H1 è indicato per ripresa di soggetti lontani, per i quali previene il flou, e per attenuare la dominante azzurra; l'ultravioletto provoca un leggero smorzamento del blu e richiede un aumento dell'esposizione di mezzo stop.

Questa è la teoria.

In pratica Altair può dire di aver usato molto il filtro H1 per diapositive in montagna ma di averne anche fatto a meno senza notare grandi differenze. Ha altresì usato di recente un filtro UV per riprese in colore in riva al mare ma, forse per intervento di qualche volenteroso stampatore o di qualche automatismo della stampante, non si notava alcuna differenza fra due diverse foto scattate in sequenza, con e senza il filtro.

Walther Heering a pag. 131 dl libro citato evidenzia lo svantaggio dello Xenar e del Tessar rispetto a ottiche più blasonate, menzionato dal nostro amico  Hologon: i vetri ottici di cui sono composti Planar, Xenotar, Distagon e Sonnar già assorbono i raggi ultravioletti e non richiedono quindi alcun filtro ad hoc.

Però il rilievo di Hologon nel senso che non sono mai stati costruiti filtri H1 con  montatura II e III, pur mutuato dal millecopie di Derqui, pag. 401 (ove si aggiunge il Triotar all'elenco degli obbiettivi che traggono vantaggio dall'impiego del filtro H1 e il Biometar all'elenco di quelli che assorbono di per sé l'ultravioletto) va in parte rettificato.

Già nel Book di Derqui, a pag. 190 si afferma che per il filtro H1 non è prevista la baionetta IV e nulla si dice delle altre. Un refuso? Ma all'indirizzo

http://www.armandofoto.it/rollei.htm

viene offerto un filtro H1 con baionetta III. Un altro refuso?

No: alla pagina 25-514 del Report n. 2 di Claus Prochnow si afferma chiaramente che il filtro H1 è stato prodotto con baionetta I negli anni 1950 - 1978 con la sigla commerciale Bahaz, con baionetta II negli anni 1956 - 1972 con la sigla Guhaz, con baionetta III negli anni 1952 - 1958 con la sigla Cehaz. Non vi basta? Nella pagina 25 - 515 vi è la fotografia di un filtro sulla cui montatura si legge chiaramente R III  H 1 0 -.

Se andiamo a confrontare le date di commercializzazione dei filtri H1 con baionetta II e III con quelle dei vari obbiettivi notiamo che la baionetta II è nata nell'anno 1956 con la 3,5 C munita di Planar e di Xenotar e il filtro H1 è stato fornito da tale data fino  al penultimo modello di 3,5 F e quindi per gli obbiettivi a cinque come per quelli a sei lenti. La baionetta III è nata nell'anno 1952 con la 2,8 B, equipaggiata con Biometar e il filtro H1 è stato fornito da tale data fino al modello 2,8 E, equipaggiato con Planar o con Xenotar.

Non sembra verosimile che  la Rollei abbia mantenuto in commercio un filtro del tutto inutile. Altair avanza l'ipotesi   che nella produzione delle ottiche Planar e Xenotar 3,5 e 2,8 sia intervenuta una variazione nella scelta del vetro ottico, tale da garantire il filtraggio dei raggi ultravioletti. Però il Libro Rollei di Walther Heering è stato stampato nell'anno 1964, e la commercializzazione del filtro H1 con baionetta II è proseguita ancora per molti anni.

Questo piccolo mistero Rollei rimane quindi insoluto, a meno che non vi sia una risposta in qualche angolo del Report di Prochnow  la cui consultazione è assai difficoltosa per Altair che non conosce la lingua di Goethe.

Qualche amico può dare ulteriori elementi, ovviamente sul Forum?

Questa pagina è sempre disponibile per gli aggiornamenti.

 

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