OGGETTO:
Apparecchio biottica
prodotto in Germania con equipaggiamento e finiture di alto livello
PRODUTTORE
Zeiss Ikon
ANNO DI
COSTRUZIONE
Il modello è stato
in catalogo nel periodo 1956 - 1960
DESCRIZIONE E FOTO
si tratta di una biottica che ricalca lo schema rollei con
interessanti caratteristiche.
L'ottica di ripresa
è un Tessar 75/3,5, azzurrato e
trattato per il colore; anche l'ottica di mira è fatta in casa,
Teronar Anastigmatico 75/3,5. L'apparecchio ha interessanti
caratteristiche come la fotocellula protetta da apposita
aletta
ribaltabile
la lettura dei valori esposimetrici
espressi in EV,
direttamente sul reflex
la leva di scatto ripiegabile
all'interno in posizione di riposo e di
sicurezza.
La borsa in cuoio
manca del frontalino pieghevole che
caratterizza le borse Rollei e allontana il rischio di mascherare in
parte il campo visivo. In compenso sembra immune dalle scuciture che
sovente preoccupano i collezionisti.
COMMENTO: Le imitazioni della biottica
Rollei sono circa 500 (fonte Patrice Hervè Pont, 100 appareils
lègendaires, anno 2000, pag. 367). Di regola il livello qualitativo
non è paragonabile alla Rollei, salvo per qualche creazione
giapponese. La Ikoflex, come ha osservato sul Forum l'amico che ci
ha fornito le foto, si pone, per peso, a mezza via tra Rolleicord e Rolleiflex e, osserva Altair, anche
per le caratteristiche
costruttive.
L'apparecchio in esposizione per le eccezionali condizioni di
conservazione è veramente un bel pezzo da collezionare e da usare.
Per
notizie approfondite sulla produzione Ikoflex consultate il classico testo
di Ghisetti e Cecchi sulla produzione Zeiss, pag. 106.
Ma,
diceva un antico filosofo, il libro interrogato non ti risponde.
Il
caricamento di questo apparecchio segue una procedura poco intuitiva
che solo l'amico il quale ne è fortunato proprietario spiega in modo
esauriente:
".... se non si segue la
procedura corretta o si gioca con la macchina scarica, non è
possibile caricare l'otturatore che sembra bloccato dopo il
fotogramma n. 12.
La procedura di caricamento è
la seguente:
Si apre una finestrella rossa
che sta sul fondo della macchina (è come quelle delle
folding), si carica la pellicola, si chiude il dorso e si fa
avanzare fino a che non compare il n. 1 sulla finestrella
(che poi va chiusa ovviamente). A questo punto si ruota in
senso antiorario una rotella zigrinata (che si trova sul
lato sinistro della macchina guardandola con l'obiettivo
verso di noi accanto ad una finestrella dove si legge in
nero il n. del fotogramma), ad un certo punto scompare la
numerazione (se ancora c'era) , la rotella non gira più e
appare una zona chiara al posto dei numeri, adesso si preme
con decisione con il pollice la rotellina spingendola verso
la parete e si ruota ancora una volta in senso antiorario
sempre con movimento deciso. Si sente un clic e appare il N.
1 nel contafotogrammj. Da qui si comincia a fotografare.
Se si gioca con la macchina
vuota ( o se succede qualcosa con il rullino dentro) bisogna
fare tanti scatti a vuoto ricaricando l'otturatore ogni
volta fino al (e compreso) il 12 oltre il quale compare la
zona bianca sul contafotogrammi e si riprende la giostra
descritta.
Classico esempio di
precisione e rigidità punitiva teutonica."
Tenete conto di questa
spiegazione chiara ed esauriente.
Vai alla nostra Guida al Museo
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